"Cristo risorge, apriamo i cuori alla sua pace"

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Monsignor

Giacomo

Morandi*

In occasione delle festività pasquali desidero indirizzare un saluto e soprattutto un augurio perché possano essere giorni di serenità e gioia pasquale per tutti.

La Pasqua di quest’anno cade in un tempo di conflitti, alcuni noti ai più, altri dimenticati. Il rapporto della Caritas italiana ne elenca 23, quello in corso in Ucraina è l’ultimo con risvolti drammatici e devastanti per l’intera popolazione.

Il Signore Risorto apparendo ai discepoli per due volte annuncia loro la Pace (cf. Gv 20,19.21), quella che scaturisce non dall’annientamento del nemico, ma dal dono di sé per amore del nemico, cioè di tutti noi! Il male viene sconfitto secondo la logica della croce che testimonia come il Bene vince perdendo, mentre il male perde vincendo!

Nel celebre “Diario di un curato di campagna” di Georges Bernanos ad un certo punto al giovane prete, in un dialogo drammatico con una persona che aveva perso la speranza, a seguito di sofferenze ingiuste subite, viene chiesto: “Che cosa è l’inferno?” La risposta è chiara e al tempo stesso illuminante: “L’inferno è non amare più”!

La tragedia più grande che può accadere ad un uomo, infatti, è esattamente quella di non amare più e di diventare Caino per il proprio fratello e sorella, come ha recentemente affermato Papa Francesco.

Apriamoci al dono della pace di Cristo risorto e se dovessimo accorgerci che il virus del “non amare più” si è insinuato nel nostro cuore, è il momento di chiedere la grazia di una visita pasquale del Signore affinché disattivi il male con un bene più grande!

La pace di Cristo ci renda artefici e operatori di bene per i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro e nelle nostre comunità cristiane!

Non stanchiamoci di pregare per la pace fra gli uomini e le nazioni.

Buona Pasqua di Risurrezione, con una benedizione particolare a coloro che vivono ancora un Venerdì Santo di dolore e sofferenza!

*vescovo della diocesi di Reggio Emilia e Guastalla