Maltempo, soffitto crollato a scuola: "Ora temo per mio figlio"

Un genitore preoccupato: "Sarebbe potuto accadere qualcosa di molto grave: questa struttura non è più sicura"

I calcinacci caduti a scuola (foto Artioli)

I calcinacci caduti a scuola (foto Artioli)

Reggio Emilia, 7 novembre 2017 - «I calcinacci sono caduti sui banchi, esattamente dove siede ogni mattina mio figlio per ascoltare le lezioni. Sarebbe potuto accadere qualcosa di molto grave: questa struttura non è più sicura». Ha la voce comprensibilmente scossa Massimo Tizzani, papà del piccolo Christian di 6 anni, che come tanti altri bambini frequenta quotidianamente le aule della ‘Gino Bartali’, in via Verdi 24, nel complesso ex Gil. Il crollo improvviso, avvenuto al di fuori dell’orario scolastico, ha evitato la possibile tragedia. Senza però mitigare la rabbia dei genitori.

Tizzani, cos’è accaduto?

«Un fatto inaccettabile. Ci avevano garantito che questo nuovo polo scolastico era sicuro e i lavori effettuati andavano proprio in questa direzione. L’infiltrazione d’acqua ha dimostrato l’esatto contrario. In una struttura, lo ricordo, provvisoria».

Ci spieghi.

«A iscrizione già effettuata, a marzo del 2017, la preside Fraracci, dell’istituto ‘Lepido’ dove era iscritto mio figlio, ci aveva informato del trasferimento nella nuova sede di via Verdi, per i necessari adeguamenti antisismici. La ‘Gino Bartali’ non era a norma a marzo, e per questo motivo sono stati svolti i lavori alla copertura e alla pavimentazione. Oltre a piazzare i nostri figli in una zona trafficata, senza servizi e con scarso preavviso, ci hanno anche assegnato una struttura pericolante. Il colmo».

Una vicenda a cui vi siete adeguati...

«E non potevamo fare altrimenti. Esattamente come me, altri genitori hanno dei figli sia alla ‘Lepido’ che alla ‘Bartali’. Sarebbe impossibile muoversi diversamente, anche perché l’avviso, come detto, è avvenuto a iscrizione già effettuata».

Davanti alla scuola cosa vi hanno detto?

«Sostanzialmente niente. Abbiamo visto dei genitori tornare dalla porta di ingresso con i loro figli, e parlando con loro ci siamo confrontati sull’accaduto. Ci siamo presi un giorno di ferie, perché non sapevamo dove lasciare i bambini; un disagio dietro l’altro».

La struttura è stata chiusa per alcuni giorni: lei ritiene sia sufficiente?

«Assolutamente no. Dalle foto che ho visto, i danni sono ingenti, e le infilitrazioni d’acqua coprono più livelli dell’istituto. In tre giorni sistemeranno tutto? Difficile crederlo».

In caso di via libera, riporterà suo figlio a scuola?

«Fatico a dire di sì. Chi mi garantisce la sicurezza di mio figlio? I lavori erano ancora in corso, nonostante l’iniziale termine fissato con l’avvio delle scuole. Ora dovremmo fidarci nuovamente di quanto ci verrà detto, ma visto l’accaduto farei molta fatica».

Le hanno spiegato le cause dell’infiltrazione?

«Conosciamo solo una serie di teorie, ma non la versione ufficiale. Episodi simili sono preoccupanti: siamo messi veramente male...»