
Noman Ul Haq e Ikram Ijaz, condannati all'ergastolo in Appello per l'omicidio di Saman Abbas
Reggio Emilia, 3 luglio 2025 – “La condanna all’ergastolo ha cambiato la prospettiva degli imputati, diminuendo notevolmente le aspettative di un esito favorevole del processo. Noman Ul Haq e Ikram Ijaz hanno già dimostrato di possedere la spregiudicatezza e la concreta capacità di darsi alla fuga. Dunque è altamente probabile che, se rimessi in libertà, anche con obblighi, si rendano irreperibili”.
Lo scrive il tribunale del Riesame motivando la conferma della custodia cautelare in carcere per i due cugini di Saman Abbas, condannati all’ergastolo in Appello per l’omicidio della 18enne avvenuto il primo maggio 2021 a Novellara, (in primo grado erano stati assolti). Il Riesame ha respinto i ricorsi degli imputati contro la misura disposta dalla Corte d’Assise d’Appello, che ha accolto la richiesta di carcere della Procura generale di Bologna. Ora i legali potranno ricorrere in Cassazione.
I giudici ravvisano anche un “attuale e concreto” pericolo di recidiva: “Si sono posti a disposizione dei congiunti per vendicare il disonore arrecato alla famiglia di Saman, colpevole di essersi allontanata dai dettami religiosi musulmani e dalla tradizione pakistana. Tale situazione potrebbe ripresentarsi ed è probabile che entrambi risponderebbero positivamente a una richiesta di ausilio nella realizzazione di altri gravi delitti, spinti dalle medesime logiche”.
I due cugini sono stati di nuovo accompagnati in carcere l’8 maggio dai carabinieri del nucleo investigativo. Nel secondo processo l’accusa è stata sostenuta dal sostituto pg Silvia Marzocchi e dal pm Maria Rita Pantani. Le difese - gli avvocati Luigi Scarcella per Ul Haq e Mariagrazia Petrelli per Ijaz - avevano contestato il pericolo di fuga: a loro dire, i cugini lasciarono l’Italia pochi giorni dopo la morte di Saman per timore che gli inquirenti ponessero loro domande sulla scomparsa della ragazza, a cui loro non sarebbero stati capaci di rispondere anche per scarsa conoscenza della lingua italiana.
Avevano sottolineato che i due cugini si erano allontanati da Novellara per ultimi, il 7 maggio 2021, pur potendo contare su risorse sufficienti a mantenersi all’estero, senza eludere telecamere e controlli e usando documenti autentici. I due cugini avevano anche cercato ospitalità da parenti a Milano, senza riuscirci, per poi ricongiungersi con Danish Hasnain. I legali hanno anche rimarcato che Ijaz fu arrestato in Francia a fine maggio 2021, occasione in cui fornì il suo vero nome; e che per Ul Haq, fermato in Spagna nel febbraio 2022, risultò che aveva comprato un’utenza iberica coi suoi documenti e vi associò un vecchio profilo Facebook con la propria immagine, e che nel gennaio 2022 presentò in municipio a Barcellona domanda di inclusione.
I giudici del Riesame ritengono invece che gli imputati “sono entrati nel novero di quei soggetti che ‘non hanno nulla da perdere’ e che dunque sono pronti a tutto pur di sottrarsi al carcere a vita”.