
Quattro Castella (Reggio Emilia), 27 settembre 2023 – A casa sua , nascosti in una decina di federe da cuscino riposte nel sottotetto, erano stati trovati 14 chili e mezzo di marijuana. I carabinieri di Quattro Castella avevano fatto la scoperta il 9 ottobre 2019, quando andarono nell’abitazione di una donna, originaria di Ladispoli (Roma), che risiede a Bergogno (nel comune di Casina) e lavora come cuoca, senza precedenti penali e a piede libero.
Comparsa lunedì davanti al giudice dell’udienza preliminare Luca Ramponi, la 52enne ha reso dichiarazioni spontanee dando la propria versione sul possesso della droga. Il blitz era scattato a seguito di una mirata indagine antidroga attraverso cui i carabinieri avevano saputo che a Bergogno si trovava un’ingente quantità di stupefacente.
Ai vicini di casa non era sfuggito il forte odore che caratterizza la marijuana provenire dall’abitazione della donna, circostanza che avevano segnalato.
La spiegazione della cuoca
"Avevo comprato quei semi in un negozio che vende canapa in modo legale, anche se non riesco a provarlo – ha detto lei davanti al giudice –. Poi li ho piantati e sono andata in vacanza. Al mio ritorno le piante erano cresciute: le ho raccolte, le ho messe a essicare e poi le ho riposte nelle federe".
Per lei l’accusa formulata è di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio: secondo le prime risultanze investigative, l’abitazione di Bergogno sarebbe stata adibita a deposito della marijuana - vista la grande quantità - probabilmente prodotta da lei e destinata a terzi.
Un’ipotesi che la donna, davanti al giudice, ha respinto con forza: "La droga – ha detto – era a uso personale". La difesa, affidata agli avvocati Mario Di Frenna e Lucia Larocca, ha chiesto di fare una perizia sulle piante essiccate e sottoposte a sequestro, per verificare la percentuale del principio attivo.
L’impresa sul terrazzo
Dentro la mansarda era stato trovato anche un tubo da irrigazione lungo quindici metri e usato per innaffiare le piante, mentre su una terrazza c’erano oltre a diciassette vasi di plastica contenenti terriccio e foglie di marijuana, residui del raccolto poi nascosto nelle federe.
Elementi che, secondo gli investigatori, anche alla luce del quantitativo trovato, porterebbero a inquadrare la donna in una sorta di ‘impresaria’ specializzata nel settore della droga.