Curata grazie a Reggio Ora Ylenia è italiana

La giovane ucraina fu ospitata anni fa a Cavriago. Gravemente malata, potè operarsi grazie a una gara di solidarietà

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Yulia Komarntskaia, una giovane ucraina, è diventata cittadina italiana. Aveva vissuto una gioventù difficile per una malattia che la costringeva alla sedia a rotelle, ma era riuscita a guarire grazie all’aiuto della comunità cavriaghese e del bibbianese Giangiacomo Papotti, che diede vita a una gara di solidarietà che permise a Yulia Komarntskaia, classe 1983, di venire in Italia negli anni Novanta e sottoporsi a diversi interventi alle gambe. La bella bimba moldova, figlia di ucraini, venne ospitata dalla comunità di Cavriago.

La bambina era gravemente ammalata di artrite reumatoide giovanile, malattia che le aveva devastato le articolazioni: "Un grande chirurgo dell’Ospedale ’Gaetano Pini’ di Milano dovette impiantarle ben quattro protesi artificiali nelle gambe", ricorda Papotti. Arrivata all’epoca in Val d’Enza con le stampelle, ora Yulia vive una vita normale, grazie alla generosità della comunità reggiana che le permise di farsi operare, pagando tutti gli interventi. Ha 39 anni ed è mamma di una bella bimba, Beatrice. Abita a Rocca Priore nel Lazio dove, davanti alla sindaca Anna Gentili, ha giurato fedeltà alla nostra Costituzione. "Io mi sono sempre sentita un’italiana a tutti gli effetti e oggi sono contenta di esserlo in modo ufficiale", dice soddisfatta Yulia.

In queste settimane la sua terra natale è dilaniata dalla guerra: "E’ difficile dire cosa ne penso - afferma -. Questa invasione ha lasciato il modo intero sconvolto tanto che i primi giorni si faceva fatica a credere che nel 2022 potesse accadere una cosa simile. Io come molti sono passata spesso dal pianto al sorriso. Vedere l’orrore spezza il cuore per la rabbia, d’altra parte tutto l’aiuto e la solidarietà che si sono messe in moto fa nascere la speranza e restituisce le forze. Provo grande orgoglio per tutti quelli che sul campo combattono per difendere i propri diritti perché senza la libertà non può esserci nulla".

La madre di Yulia vive a Canossa, le sue due sorelle a Reggio, il papà è rimasto in Ucraina. La donna ha contatti con la nonna che si trova nel sud-ovest dell’Ucraina, dove a parte i posti di blocco la guerra non ha ancora colpito direttamente e la zona è relativamente tranquila

Nina Reverberi