Dà fuoco alla roulotte con i figli e picchia la moglie: condannato

I carabinieri erano intervenuti per la segnalazione delle botte alla donna. Ma sul posto hanno trovato le fiamme

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Quattro anni e mezzo di condanna. É la pena, decisa all’esito del sito abbreviato, per un uomo accusato di maltrattamenti alla moglie e anche di aver dato fuoco alla roulotte (nella foto i danni al camper) in cui c’erano i bambini. Scenario della triste vicenda, un campo nomadi che si trova in via Gramsci, al confine con Bagnolo. "Venite subito, il papà sta picchiando la mamma". Era stata una delle figlie, 16 anni, in lacrime, a chiamare sia i carabinieri sia la polizia di Stato: non ne poteva più di vedere la madre pestata dal padre, davanti a lei e ai suoi fratelli. Insulti, piatti che volavano, spintoni, calci e pugni si sarebbero susseguiti dal dicembre 2020 per quasi due anni, quando la ragazzina, di fronte all’ennesima aggressione, ha detto basta. Nella notte del 28 febbraio, il padre, un 40enne, avrebbe infierito di nuovo sulla donna dopo aver abusato di alcol e sostanze. All’arrivo delle forze dell’ordine, lei era apparsa tumefatta. Ma vi fu anche un’altra emergenza da affrontare: gli agenti avevano notato che la roulotte dove abitava la famiglia era in fiamme. Dentro c’erano i figli: oltre alla 16enne, due sorelle di 12 anni e un maggiorenne. In base a quanto ricostruito, il padre aveva appiccato il fuoco ai vestiti, agli asciugamani e ad altri materiali facilmente infiammabili posti vicino all’unica porta di ingresso del mezzo, in modo da impedire loro ogni via di fuga. Gli agenti hanno preso gli estintori, ma lui si è opposto, mostrando il pugno e scagliandosi contro di loro. Un carabiniere ha dovuto usare lo spray al perperoncino. Solo dopo averlo ammanettato, è stato possibile domare le fiamme, scongiurando ogni pericolo, prima che causassero l’intossicazione dei figli, rimasti sul mezzo a causa del fuoco divampato vicino alla porte, e si propagassero alle altre roulotte del campo nomadi. Una tragedia sfiorata, ed evitata solo grazie alla prontezza delle forze dell’ordine. Per il 40enne, portato in carcere, sono state formulate le accuse di maltrattamenti, lesioni aggravate, resistenza verso quattro pubblici ufficiali, danneggiamento seguito da incendio e violenza privata. Imputazioni per le quali il pm Maria Rita Pantani, titolare del fascicolo, ha chiesto e ottenuto la condanna dal giudice Luca Ramponi. Alessandra Codeluppi