
Sabato 7 giugno in Cattedrale Francesco otterrà l’ordinazione presbiteriale "Non è stato un ‘colpo di fulmine’: la vocazione si è fatta strada pian piano".
Nella nostra diocesi, l’unico a essere ordinato presbitero quest’anno è Francesco Bazzoni, 34 anni. La sua ordinazione sacerdotale si terrà sabato 7 giugno, alle 20,30, in Cattedrale a Reggio.
Originario di Guastalla, Francesco Bazzoni è diacono da due anni e svolge il suo servizio nella parrocchia di Poviglio con don Alberto Nicelli. E proprio a Poviglio il 15 giugno celebrerà la sua prima messa da sacerdote.
Ha frequentato le scuole elementari e medie all’istituto comprensivo Ferrante Gonzaga di Guastalla, poi il liceo scientifico al ’Russell’. Dopo il diploma ha conseguito la laurea triennale in ingegneria elettronica all’Università di Parma e ha lavorato nell’azienda del padre prima di entrare nel seminario vescovile, nel 2018.
"Diverse aspetti nella mia storia di fede mi hanno condotto al seminario e ora a continuare con il presbiterato – racconta Francesco Bazzoni –. Il primo però è stato sicuramente l’amore che ho ricevuto dai miei genitori e dagli amici: tutto ciò di cui avevo bisogno, l’ho ricevuto. A un certo punto mi sono chiesto: da dove viene tutto questo bene? E a chi posso restituirlo, oltre che tenerlo per me? Poi, osservando persone adulte che prendevano decisioni importanti nella loro vita, verso i 22 anni ho iniziato a interrogarmi: cosa significa diventare davvero un uomo? Come si diventa tali?"
Questa domanda è diventata un punto fermo per Francesco, al punto da trasformarsi quasi in un tormento. Poi, un giorno, un indizio: "Pur essendo sempre andato a messa, in modo ‘normale’, come molti, ho riscoperto il senso profondo della fede. In Gesù ho trovato una risposta autentica. Guardando lui ho pensato: ecco, questo è davvero un uomo. Non un superuomo, ma qualcuno che vive pienamente nella fiducia e nell’amore. È questa la strada per diventare uomini: lasciarsi amare e amare come ha fatto lui".
Ma non questa intuizione non era abbastanza. "Il terzo passaggio importante – prosegue – è stata la ricerca della mia strada. Dopo l’università ho lavorato due anni e mezzo nell’azienda di mio padre. In lui ho visto una persona che, nel rapporto con la gente e con i dipendenti, viveva il lavoro con passione, come una vocazione".
Bazzoni ha sempre ammirato questa forte dedizione, tanto da farne un proprio obbiettivo. "Mi sono chiesto: ’Come si fa a vivere così? A sentire il proprio lavoro come qualcosa che dà senso e che si dona agli altri?’ Da lì è cominciato un percorso, fatto di dialoghi con sacerdoti e persone significative, e di letture che mi hanno aiutato a riflettere, come quelle di don Milani".
Una rivelazione arrivata in punta di piedi: "Non è stato un ‘colpo di fulmine’: la vocazione si è fatta strada pian piano, senza che io la cercassi, e all’inizio non ne ero affatto sicuro. Ho cominciato il seminario in questo stato di ricerca. E le domande forti le porto ancora con me, come credo sia normale nella vita: il discernimento è continuo, così come la crescita. Ora mi trovo alle soglie di un nuovo inizio".
Infine, chiosa: "Conosco don Alberto da quando avevo 19 anni, quando arrivò a Guastalla. Ho sempre percepito da parte sua affetto e amicizia. Sul piano ecclesiale e pastorale ha un’esperienza enorme, per me è una vera scuola. Sono stato anche a San Polo con don Bogdan Rostkowski; a Poviglio condivido il cammino con un altro seminarista, Luca, e con don Paolo Tondelli, parroco di Castelnovo Sotto. In seminario ho incontrato don Alessandro Ravazzini, e prima ancora il vicerettore don Luigi Orlandini. Negli ultimi anni sono stati molto importanti anche don Paolo Crotti e don Alessandro Zaniboni. Ringrazio tutti i miei formatori: ognuno di loro è stato fondamentale per il mio percorso".