"Ringrazio mia madre per il suo coraggio". Una giovane di 19 anni, di origine senegalese, ieri ha scandito queste parole in tribunale, nel processo in cui suo padre, un 64enne, ieri presente in aula. È accusato di maltrattamenti verso la mamma e anche lei stessa. Poco prima, dalla deposizione della donna africana, una 51enne, era emersa tutta la fatica del percorso per distaccarsi dal marito e lasciarsi alle spalle anni di presunte violenze.
Sentita davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, la 51enne, che prima di trasferirsi nella Bassa aveva vissuto col marito per una decina di anni in Senegal - dove sarebbero iniziate le vessazioni - ha confermato le condotte che avrebbe subito.
Ovvero insulti ogni giorno, percosse con le mani, con le ciabatte e anche con la cintura dei pantaloni, in un caso minacce con il coltello; violenze che sarebbero durate finché lui nell’ottobre 2021 fu allontanato dalla casa dopo un episodio in cui avrebbe picchiato lei e due figlie minorenni. Ieri la madre ha raccontato che aveva paura della riprovazione sociale in cui sarebbe incappata nella sua comunità se avesse lasciato il marito. E ha ripercorso le presunte vessazioni, sostenendo che lui la accusava anche se usciva a fare la spesa e che non comprava neppure i libri alla ragazza più grande: "Poi per il bene delle mie figlie ho detto basta".
La più grande si asciugava le lacrime, ieri, tra i banchi, mentre ascoltava l’operatrice della Casa delle donne che prese in carico la 51enne dopo che lei si era rivolta ai servizi sociali: "Mi raccontò di schiaffi, calci, pugni, polsi tirati tanto da doversi inginocchiare a terra. Non poteva usare la lavatrice o accendere la luce, ma solo le candele. Lui aveva vietato a lei e alle figlie persino di dormire sui materassi, perché le considerava di sua proprietà". E ha parlato degli sforzi della donna per avere un po’ di autonomia, dal fare le treccine al lavorare come stagionale in campagna. L’imputato sarà ascoltato nella prossima udienza: "Nega gli addebiti", dichiara l’avvocato difensore Luisa Tosi. La donna e la figlia si sono costituite parte civile attraverso l’avvocato Federica Riccò.
Alessandra Codeluppi