ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

"Di Maio su Carletti non fece critica politica"

Davanti al tribunale è approdata la contesa giudiziaria che vede opporsi l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd) e l’ex...

Davanti al tribunale è approdata la contesa giudiziaria che vede opporsi l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd) e l’ex leader grillino Luigi Di Maio: al centro le frasi che l’allora ministro dello Sviluppo economico scrisse in un post e rivolse a Carletti il 27 giugno 2019, quando lui - di recente assolto - e altri indagati furono raggiunti dalle misure cautelari nell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ sui presunti affidi illeciti di bambini. Di Maio pubblicò su Facebook l’immagine di Carletti con la fascia tricolore e la scritta "Affari coi bimbi tolti ai genitori". Il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il pubblico ministero Valentina Salvi hanno chiesto nei mesi scorsi di archiviare Di Maio dall’accusa di diffamazione: "Fu manifestazione di un pensiero politico". Davanti al giudice delle indagini preliminari Andrea Rat, ieri l’avvocato Giovanni Tarquini, che segue Carletti, ha chiesto che il tribunale imponga alla Procura di formulare l’imputazione per Di Maio. "La Procura ha sbagliato perché ha chiesto l’archiviazione per Di Maio dopo troppo tempo: se la riteneva critica politica avrebbe dovuto dirlo subito".

E ha citato una sentenza della Cassazione: "Si stabilisce che il diritto di critica politica sussiste se i parlamentari non fanno attacchi personali". Per il legale si consumò un’offesa alla reputazione di Carletti: "La controparte ha sostenuto che Di Maio voleva attaccare il sistema Pd, ma lui pubblicò una foto di Carletti. E poi il Ministro era una persona qualificata, che avrebbe dovuto verificare le informazioni, invece ha accettato il rischio di offendere. Il suo non fu solo un attacco politico, ma anche alla persona". L’avvocato Daniela Petrone, che assiste Di Maio, in aula ha ribattuto: "Non solo Di Maio aveva un incarico di governo, e sollecitò anche l’allora ministro alla Famiglia, Lorenzo Fontana, sul caso Bibbiano, ma era anche deputato e quindi le sue dichiarazioni erano insindacabili". Il legale ha citato una sentenza della Corte costituzionale: "Le opinioni espresse dai parlamentari extra moenia devono essere protette dall’insindacabilità per tutelare la funzione democratica. Il fatto che vi sia stata poi un’ampia campagna mediatica sui giornali fatta dall’avvocato di Carletti dimostra che la vicenda è al centro di un dibattito politico". In linea con la Procura, il legale ha concluso: "Di Maio rivendica il diritto di aver espresso il proprio giudizio sui fatti allora raccontati dagli organi di informazione: Carletti fu arrestato e la vicenda appariva grave".

Vi sono anche altre 46 persone, cittadini comuni, imputati per diffamazione e minacce verso Carletti per il contenuto dei loro post: "La Procura si è dimostrata garantista - commenta Petrone - accogliendo in questo caso le richieste di Carletti e facendo un’opportuna differenziazione rispetto a Di Maio". Ieri il giudice si è riservato la decisione.

Alessandra Codeluppi