Bambino col diabete rifiutato dall'asilo, la Provincia di Reggio convoca l'Ausl

Il provveditore Nanni: "La scuola ha fatto quello che doveva fare e il caso è stato oggetto di grande attenzione"

Zanni, presidente della Provincia, interviene sul caso del bambino diabetico (Artioli)

Zanni, presidente della Provincia, interviene sul caso del bambino diabetico (Artioli)

Reggio Emilia, 21 febbraio 2019 - Dopo il caso del bambino col diabete rifiutato da un asilo pubblico di un paese del Reggiano, si muove la Provincia di Reggio Emilia. "Occorre una presa di coscienza politica da parte delle istituzioni per trovare una intesa in grado di rispettare il ruolo del personale scolastico e di metterci nelle condizioni di garantire un diritto fondamentale", ha detto il presidente della Provincia Giorgio Zanni. L'ente convocherà a breve Ufficio scolastico (ex Provveditorato agli studi) e Azienda Usl per cercare una soluzione, al di là dello specifico caso, alle problematiche legate alla somministrazione di farmaci in orario e in ambito scolastici. Lo ha annunciato lo stesso presidente della Provincia, Giorgio Zanni.

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Le maestre si sono appellate alla normativa che consente loro di rifiutare la somministrazione di farmaci. Il piccolo è quindi stato accolto da una scuola parrocchiale nella quale è presente una docente che si è offerta volontaria per questa somministrazione.

Sul punto è intervenuto anche il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale XI di Reggio Emilia, Mario Maria Nanni. "La scuola ha fatto quello che doveva fare, dedicando comunque grande attenzione a questo bambino – ha detto Nanni –. Ma il contesto normativo è tale per cui la volontarietà delle persone non può essere coartata".

Di "legittima preoccupazione della scuola" ha parlato anche la vicepresidente della Provincia con delega all’Istruzione, Ilenia Malavasi, per la quale tuttavia "questa vicenda necessita non solo di una lettura normativa, ma anche politica, legata al diritto alla salute e all’educazione che sono diritti costituenti. La scuola è un sistema quindi occorre una riflessione comune, coinvolgendo anche il comparto socio-sanitario, per trovare tutti insieme una soluzione, perché è evidente che non si può accettare che un bambino non possa essere accolto dalla scuola in base a una patologia", ha aggiunto. "Occorre una presa di coscienza politica da parte delle istituzioni per trovare una intesa in grado di rispettare il ruolo del personale scolastico e di metterci nelle condizioni di garantire un diritto fondamentale", ha sottolineato Zanni.