Oltre 50 persone ieri mattina in località Taglione di Vetto per gli aggiornamenti sui lavori dello studio della diga di Vetto. Molti i dubbi su questo studio, in quanto non si sa se sarà presentato il progetto da 30 milioni di metri cubi alla stretta delle Gazze o il progetto di una diga da oltre 150 metri cubi alla stretta di Vetto. Presenti fra gli altri Lino Franzini, presidente dello storico comitato pro diga, il sindaco di Ventasso Enrico Ferretti e Alessandro Aragona, segretario provinciale e capogruppo in consiglio comunale di Reggio di FdI, Ivaldo Casali, membro del direttivo dello stesso partito e alcuni consiglieri regionali. Franzini ha poi letto anche un messaggio inviato dalla candidata alla presidenza della Regione per il centrodestra Elena Ugolini a sostegno della realizzazione della diga e del comitato. "È necessario portare a termine la diga di Vetto con la massima capacità idrica invasabile per garantire il massimo dei benefici irrigui, idropotabili ed energetici. Il bacino di Vetto darebbe la possibilità di trattenere e convogliare le acque nei mesi di abbondanza per utilizzarle nei periodi di necessità, di conservare acqua pura, di utilizzare l’energia idroelettrica che può̀ essere prodotta e di avere la disponibilità dell’acqua necessaria per i territori di Reggio e Parma". Presente Filippo Borghi, capogruppo in consiglio comunale di Montecchio della lista Viviamo Montecchio. "Oggi siamo qui a commemorare una data – spiega Franzini nel suo intervento - il 16 agosto del ’89 furono sospesi i lavori per la costruzione della diga di Vetto, una data che ci ricorda che una pessima politica ha condannando a morte l’economia di questa valle e messo in difficoltà il settore agroalimentare, portando i paesi montani allo spopolamento totale, al dissesto e all’abbandono di queste terre". Ora con la siccità sta diventando drammatica. "Questa situazione non è più accettabile, deve finire, non ne possiamo più – il grido di aiuto di Franzini –, da anni continuo a vedere lungo l’Enza lo spreco di milioni di euro; provate a pensare dai lavori dopo il ponte di San Polo, alle scogliere a Montecchio, alle varie decine di milioni di euro a Cerezzola, alle centinaia di migliaia di euro che vedete spesi qui e un po’ più a monte sul Cedra, soldi nostri buttati, la diga di Vetto avrebbe evitato tutto questo spreco".
Nina Reverberi