Diga di Vetto: via libera del governo. Rinasce il sogno della Ridracoli d’Emilia

Se ne parla da più di 30 anni ma non si è mai fatto nulla. Feroci polemiche in passato fra ambientalisti e mondo agricolo Ora è stato finanziato lo studio di fattibilit à dell’impianto della Val d’Enza

Reggio Emilia, 15 marzo 2023 – Una grande diga per l’Emilia Romagna sul torrente Enza a Vetto nel Reggiano, la seconda dopo quella di Ridracoli nel Forlivese che la scorsa settimana ha regalato ai turisti lo spettacolo maestoso del suo tracimamento periodico.

Il Mit ieri ha dato il via libera a 21 progetti, tra cui l’invaso di Vetto, finanziando con oltre 19 milioni 841mila euro sette decreti per le altrettante Autorità di Distretto. "Un impegno concreto contro la crisi idrica", si legge in una nota del Ministero delle infrastrutture guidato dal vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini.

Per l’Emilia si tratta della spallata definitiva ad una polemica politica che da oltre tre decenni vede contrapposti gli ambientalisti e il mondo agricolo (in particolare la filiera del Parmigiano-Reggiano), paralizzando qualsiasi opera. La siccità che minaccia l’agricoltura; le falde sotterranee ai minimi e il drammatico stato del fiume Po in secca già in inverno; pioggia che non cade per lunghi periodi, e che quando arriva prende la forma di temporali tropicali e bombe d’acqua: non più eventi occasionali ma reali cambiamenti climatici.

Ed è per questo che il Mit ha previsto a livello nazionale i 21 interventi: 4 di progettazione per il completamento o la nuova realizzazione di grandi dighe (tra cui Vetto); 12 per interventi di interconnessione o di nuovi usi da dighe esistenti, grandi opere di adduzione e trasporto dell’acqua. .

Il finanziamento prevede 18 milioni 621mila euro a cui si aggiunge 1 milione 220mila euro di cofinanziamento. Rispetto all’invaso in Val d’Enza non si conoscono ancora i dettagli del decreto, ma è ipotizzabile sia stata finanziata un’attualizzazione dell’opera progettata nel 1987 dallo Studio di ingegneria idraulica Claudio Marcello per la realizzazione dell’infrastruttura all’altezza della stretta di Vetto.

Qui quasi 34 anni fa venne realizzato un primo manufatto in cemento armato (il "taglione"), base per una diga di inerti, ma rapidamente arrivò l’ordine di bloccare il cantiere a causa di proteste ambientaliste ed animaliste. Da allora il dibattito è stato tanto aspro quanto sterile, con la componente politica verde di governo che - in nome della tutela della fauna, della flora e del paesaggio, e paventando rischi idrogeologici -, ha osteggiato l’opera proponendo studi relativi al risparmio idrico, al ripristino di vecchi invasi montani e la realizzazione di mini-invasi.

Se le associazioni agricole domandavano un invaso con una capienza di circa 100 milioni di metri cubi, in Regione si ipotizzava un lago da 27 mln. Il punto di riferimento sono sempre stati i 33 mln di litri della diga di Ridracoli che dal 1982 sostiene i settori agricolo ed industriale della Romagna, oltre a fornire acqua pulita per usi civili ai 50 Comuni romagnoli che altrimenti non potrebbero reggere l’impatto del turismo di massa.

Lo scorso anno la Regione ha ottenuto fondi per circa 3,5 milioni di euro per uno studio di fattibilità tecnica, economica e ambientale sull’opera più adatta per la Val d’Enza, che implicitamente riconosceva la necessità di interventi strutturali come nuovi invasi capaci di stoccare grandi quantità di acqua. Ora la decisione del Mit sblocca definitivamente la diga. Soddisfazione per il finanziamento del progetto della Diga di Vetto è stata espressa da Matteo Rancan, commissario Lega Emilia e capogruppo in Consiglio regionale, insieme ai consiglieri reggiani del Carroccio Gabriele Delmonte e Maura Catellani.