
Momo Diouf, classe 2001, è cresciuto nel vivaio della Pallacanestro Reggiana
Settembre 2021, la Unahotels perde (male) un’amichevole con Tortona. Hopkins, il lungo titolare, vaga per il campo e Diouf appare ancora acerbo. Coach Caja si presenta davanti ai taccuini e manda un messaggio alla società per avere rinforzi e svegliare i suoi: "Sia chiaro: se pensiamo di salvarci con Diouf… Stiamo freschi".
Giugno 2025: Diouf è in finale scudetto per la prima volta in carriera dopo aver giocato una serie con Milano da califfo del parquet. Il centro italo-senegalese classe 2001, cresciuto tra Sant’Ilario e la Pallacanestro Reggiana, chiude a 10,5 punti e 3,5 rimbalzi di media con un irreale 64% da 2 davanti ai campioni d’Italia.
Diouf, quali sono le sue sensazioni a pochi giorni dalla sua prima finale scudetto?
"Sono contentissimo del percorso che sto facendo e se penso all’anno scorso quando ero in Spagna (al Rio Breogan in Acb, ndr) fermo per un infortunio, avrei pagato per essere qui. Sono veramente orgoglioso, esserci arrivato da protagonista è tanta roba, però il lavoro non è ancora terminato…".
Facciamo un passo indietro e guardiamo alla strada percorsa per arrivare fino a qui.
"La cosa più bella sono i sacrifici, i momenti difficili che ho superato e che mi stanno modellando, rendendomi un giocatore più importante. Ripenso spesso a quel ragazzino che giocava nella piccola parrocchia di Sant’Ilario e che adesso invece può competere in una finale scudetto. È un’emozione forte e vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato. Non faccio nomi perché mi dimenticherei qualcuno che poi si offende. Sono davvero tanti, ma li porto tutti nel cuore e tanti sono di Reggio ovviamente".
Ha parlato di momenti difficili, quali sono stati?
"Dicevo in generale, quei piccoli infortuni che magari ti condizionano oppure i momenti in cui giocavo meno, ma volevo dare una mano… Sono serviti a crescere".
In panchina ha trovato una leggenda come Dusko Ivanovic, conosciuto anche per i suoi allenamenti al limite della sopportazione umana e per un carattere poco incline ai compromessi. Che rapporto avete?
"Super! La cosa che mi chiede di più è di mettere energia e di aiutare dal punto di vista difensivo, lottare su ogni pallone. In attacco invece ti dà grande liberta, mi trovo benissimo. Per quanto riguarda gli allenamenti, effettivamente sono tosti, ma per fortuna non ho ancora assaggiato certe situazioni (ride, ndr)".
In quali aspetti del gioco è cresciuto maggiormente?
"Il salto di qualità l’ho fatto dal punto di vista dell’autostima, sto capendo che tipo di giocatore sono e qual è il mio potenziale. In generale, credo di saper leggere meglio le situazioni". Gli esempi non le mancano, il primo che ci viene in mente è Shengelia.
"Sono passato da guardare i suoi video per imitarne i movimenti al giocarci assieme… Sto cercando di rubare più cose possibili, sia a lui che ad un altro grande campione come Clyburn, per esempio".
E adesso, la finalissima con Brescia: che serie si aspetta?
"Molto equilibrata. Dovremo essere bravi ad imporci come squadra, a non abbassare mai il livello di concentrazione ed energia. Hanno l’Mvp del campionato, Bilan, che sta facendo una stagione assurda così come Della Valle. Noi dobbiamo essere pronti e carichi, tutti umili e sulla stessa pagina. Testa bassa e pedalare".