
Savino Gazza, vicepresidente vicario di Unindustria Reggio
Unindustria di Reggio analizza i dati di Bankitalia per l’accesso al credito, ma, per il nostro territorio, vi aggiunge le sue ultime rilevazioni, ancora più recenti dato che includono il primo trimestre del 2025.
Ed è un’indagine che sul tema denota, scrivono da via Toschi, "un clima di estrema incertezza per le nostre imprese. Cala il costo del debito e, conseguentemente, anche le condizioni bancarie risultano migliori per il 76% delle aziende associate intervistate. Ciò nonostante, il quadro geopolitico continua ad influenzare negativamente l’attitudine alla programmazione degli investimenti. Il risultato è quello di una domanda complessivamente fiacca, seppure in ripresa, l’ampio ricorso all’autofinanziamento e una generale cautela, in particolare per le piccole imprese". Non a caso solo l’11% del campione considerato ha richiesto finanziamenti per nuovi investimenti nel 2025, mentre salgono quelli al fine di ottenere liquidità.
Tuttavia "nonostante l’86% degli intervistati dichiari un 2024 in utile, il sistema bancario prevede un peggioramento generalizzato dei bilanci in prossima chiusura, soprattutto per quanto riguarda la marginalità" e questo potrebbe avere ripercussioni sull’utilizzo dei vari strumenti di accesso al credito. Questo ed altri temi sono stati discussi, tra l’altro, in un incontro tra i rappresentanti degli industriali e degli istituti di credito reggiani. Proprio per fare il punto su tutti i dati emersi e, da parte di Unindustria "chiedere il pieno sostegno del ceto bancario per superare la difficile congiuntura economica".
Sui dati Bankitalia e su quelli riferiti a Reggio analizzati direttamente da Unindustria, il suo vicepresidente vicario, Savino Gazza, commenta: "Ci aspettiamo un ulteriore calo dei tassi d’interesse nei prossimi mesi, pur essendo consapevoli che il costo del debito non tornerà ai livelli post-pandemici. Questo è un momento complesso, caratterizzato da un’incertezza geopolitica che frena la programmazione. In tale contesto, l’Europa deve fare la differenza non solo in termini di sicurezza, ma anche attraverso una pianificazione economica che stimoli gli investimenti e quell’euforia che da sempre contraddistingue il nostro territorio".
Dando un piccolo sguardo infine il macrotema nazionale, a marzo i prestiti al settore privato sono aumentati dello 0,5 per cento su base annua. Lo ha reso noto la Banca d’Italia nei giorni scorsi. Si tratta di un dato in miglioramento rispetto al tasso di variazione nullo che si era registrato nel mese precedente. Nel dettaglio i prestiti alle famiglie sono aumentati dell’1,1 per cento mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti della stessa percentuale. In aumento sia i depositi del settore privato che la raccolta obbligazionaria.
Gabriele Gallo