Costa caro il ritardo all’Asc Appennino: ancora disavanzo in arrivo per la mancata vigilanza sull’attuazione del piano economico-finanziario, i Comuni soci dovranno mettere altri soldi per rendere funzionale la struttura. La storica casa di riposo di Poiago di Carpineti recentemente è passata da Asp Don Cavalletti ad Asc Appennino, ed è stato in questo sofferto passaggio che si sono accumulati diversi debiti. A sollevare il problema è il gruppo consiliare di minoranza Carpineti Civica con una nota a firma del capogruppo Patrick Fogli.
"È l’ultima residenza per anziani pubblica della montagna, l’unica per cui la politica non ha deciso l’esternalizzazione a una cooperativa – precisa –. Spesso abbiamo fatto presente che un ritardo di anni nella decisione definitiva è costato alle casse dei comuni circa 400mila euro. Ora, col passaggio in Asc, per sei mesi si è creata una situazione identica. Se prima si è aspettato per decidere, ora si è aspettata l’estate per seguire il piano economico che regolava il passaggio e che avrebbe reso nullo o trascurabile il disavanzo, grazie alle differenze normative fra Asp e Asc".
La nota prosegue ricordando che il personale del nucleo ex cooperativa è stato assunto con sei mesi di ritardo e ha lavorato fino all’inizio di luglio come interinale, con un conseguente notevole aumento dei costi previsti. L’appalto per il servizio pasti, scaduto a fine gennaio, è in proroga da 8 mesi. Il bando emesso a fine luglio, conteneva errori segnalati dal gruppo di opposizione senza riscontri di alcun genere e intanto il servizio pasti è ancora in alto mare.
"In Consiglio comunale – si legge – il sindaco Borghi ha stimato che il disavanzo dei primi sei mesi sarà al massimo 40mila euro. Basandoci anche sul costo del personale, crediamo sia più del doppio. Borghi ha spiegato che fatica a farsi ascoltare, affermazione grave e inaccettabile e che non ci lascia tranquilli, con un bilancio pericolante e impegnativo come quello di Carpineti. Lo abbiamo sollecitato a fare pressione, utilizzando tutte le misure possibili, perché questa situazione diventi chiara. I sindaci della montagna non hanno intenzione di dividersi un disavanzo annuale di circa 100mila euro che la legislazione Asc consente di risparmiare".
"Che ci siano difficoltà amministrative è evidente – conclude Fogli –. Ma se l’attività normale è la causa di ritardi, qualcosa non torna. Se non riesce a stare al passo con le incombenze che questi servizi richiedono, lo faccia sapere ai soci. E se lo ha già fatto, i sindaci della montagna diano quello di cui hanno bisogno".
Settimo Baisi