"Dopo il Covid non viene più il personale dal meridione"

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La difficoltà nel trovare infermieri dopo la pandemia Covid è ben rappresentata da un dato comunicato dall’Ausl. Nel 2019 l’azienda sanitaria reggiana organizzava in autonomia i concorsi: "La media era di circa 8mila domande per volta" ricorda Sandra Coriani, direttore delle professioni sanitarie; ora invece, dove le selezioni vengono fatte per ‘aria vasta’, comprendendo anche le Usl di Piacenza, Parma e Modena, "si arriva a malapena a 1.000 iscritti". Di base la coperta è corta. E il motivo è presto detto: "L’emergenza sanitaria ha imposto l’assunzione di personale. E questo, soprattutto al centro-sud, ha moltiplicato i concorsi; di fatto è venuta a mancare una parte importante di infermieri che proveniva dal meridione".

Se le Asp sono in difficoltà, per l’Ausl al momento "non c’è una emergenza infermieri – ribadisce Coriani –. Rispetto al pre-Covid anche noi abbiamo aumentato i numeri, per un totale che ora sfiora le 2.800 unità. Ma abbiamo dovuto migliorare di pari passo la nostra ‘appetibilità’". Se le Asp infatti hanno ribadito di avere le mani legate, per l’Ausl qualche soluzione (soprattutto durante la pandemia) è stata adottata: "Grazie ai nostri donatori, che ringraziamo ancora una volta, abbiamo potuto offrire ai nuovi infermieri uno sconto sull’affitto a Reggio, o addirittura la copertura totale – precisa la dirigente -. Diciamolo chiaramente: gli stipendi per questa professione non sono eccezionali, ma quantomeno dignitosi. E questo è un incentivo di grande valore: in alcuni casi vuol dire anche risparmiare 500 euro al mese". Ma l’Ausl ha pochi margini di intervento sulle strutture per anziani, anche se la differenza tra gli infermieri concessi ad Asp Reggio (18) e Asp Bassa (1) è notevole: "Abbiamo dei limiti in questo senso – chiosa Coriani -. Ovvero è il dipendente che una volta fatta la proposta di trasferimento (anche temporaneo) può accettare o meno. Se rifiuta dobbiamo attenerci come da norma nazionale".

ste. c.