Dopo le vittorie in campo la conquista della Mongolia

Federico Marretta, centauro e youtuber, sta affrontando in sella alla sua Ktm il lungo viaggio a Oriente, ricco di incontri ed esperienze

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Dalla conquista della Superlega con la Conad a quella della Mongolia.

Lo aveva preannunciato al nostro giornale qualche mese fa in un’intervista, raccontando la sua passione per le moto e per le avventure in particolare verso l’Oriente, ed è stato di parola: lo schiacciatore siciliano Federico Marretta, reinventato libero da coach Mastrangelo nel vittorioso percorso della società cittadina in Serie A2, ha terminato gli impegni agonistici ed è salito in sella due settimane fa, per percorrere la sua "Long Way East", in sella alla sua Ktm che al momento gli ha permesso di raggiungere l’Iran (ieri, infatti, dovrebbe essere arrivato nella capitale, a Teheran).

Il viaggio. Il "Marrett", che non manca di documentare il suo viaggio sul canale Youtube e sulla sua pagina Istagram (su quest’ultima conta oltre 29mila followers), ha già attraversato Grecia e Turchia, dapprima con la compagnia di un gruppo di amici e, da qualche giorno, in solitaria.

Tra paesaggi speciali, come la tendata sul monte Nemrut ad oltre 2mila metri d’altezza o il lago salato Tuz Golu, senza dimenticare l’incantevole Kemaliye Kanyonu (in inglese Karanlik Canyon) capita di fare esperienze indimenticabili: imbucarsi ad un matrimonio turco, tra le altre, ballando con i commensali, oppure dare un passaggio ad uno sconosciuto: "Avevo appena abbandonato i miei compagni di viaggio – spiega Marretta – quando ho visto Emurllah sul ciglio della strada, dopo che aveva finito di lavorare nei campi. Dopo una lunga giornata di lavoro, nonostante anca e ginocchia doloranti, è balzato sulla moto: ha fatto pochi chilometri con me, al suo villaggio mi ha offerto del latte, fatto conoscere la famiglia ed il fratello. Chissà quante volte ha chiesto un passaggio e quante volte sarà tornato a piedi: sono felice di aver fatto del bene".

L’Iran. Arrivare in Iran non è stata cosa facile: "Dopo qualche disavventura in frontiera, il traffico con macchine euro-2, i dossi non segnalati, le carte di credito che non vanno, i motorini impazziti e tanto altro sono davvero in Iran, trovando gente dal cuore grande".

E a Takestan, città di 80mila abitanti nella provincia di Qazvin, c’è stato spazio per una parentesi pallavolistica insieme ai giovani della locale società sportiva: nonostante i 600 km sulle spalle per la tappa giornaliera, il 29enne di Castelvetrano non si è sottratto a giocare con loro, ricevendo in cambio l’immancabile invito per trascorrere una nottata presso una famiglia e una bella colazione. Il tutto prima di partire per Teheran, ennesima tappa di un viaggio da raccontare.

Damiano Reverberi