Dopo quasi 13 anni di contenzioso l’abuso edilizio è ancora al suo posto

La polizia locale: "Illecito in essere". Revocata la vecchia ordinanza, il Comune valuterà se farne un’altra

Dopo quasi 13 anni di contenzioso  l’abuso edilizio è ancora al suo posto

Dopo quasi 13 anni di contenzioso l’abuso edilizio è ancora al suo posto

di Francesca Chilloni

Quasi 13 anni di contenzioso per annullare un’ordinanza di demolizione, ma l’abuso edilizio e urbanistico è ancora lì, in via Bassetta.

Probabilmente sarà emessa una nuova ordinanza, ma nel frattempo alcune delle società interessate sono cessate e alcune persone sono decedute. Una vicenda paradossale che trova origine nelle farraginose normative burocratiche che regolano la materia.

Era il 31 dicembre 2011 quando il Comune di Cavriago emise un provvedimento con cui imponeva a una serie di imprese edili e agricole, società immobiliari e cittadini la demolizione di un imponente complesso di opere realizzate abusivamente, "con conseguente ripristino dello stato e dell’uso agricolo dei luoghi". Alcune delle società in quel sito avevano lavorato, altre vi avevano sede (non le nominiamo perché il braccio di ferro legale non è chiuso, ndr).

L’avvocato Roberto Bassi presentò a nome di una società un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica ma esso, "per mero errore, risulta non essere stato trasmesso per la trattazione al Ministero competente", quello delle Infrastrutture.

Gli anni sono trascorsi lenti, con persone che in quegli edifici hanno iniziato a vivere e lavorare.

Il Comune è infine stato informato dell’errore nell’agosto 2022; comunque "l’illecito edilizio contestato … è tuttora in essere come risulta dal verbale della Polizia Locale Unione Val D’Enza acquisito in data 3 settembre 2021".

Che cosa fare? "In ragione del lungo lasso di tempo trascorso non si ritiene opportuno inoltrare oggi il ricorso al Ministero", scrive l’amministrazione comunale, che ha poi cancellato il provvedimento ma, dato che il maxi abuso sussiste, potrebbe emetterne a breve uno nuovo.

La vecchia ordinanza è stata revocata anche perché i suoi i contenuti "risultano enunciati in modo non perfettamente lineare e comprensibile" e non si intende "cagionare un danno ai privati destinatari se portata ad esecuzione". Prima di eventualmente emetterne una nuova però si ritiene "necessario, in seguito a puntuale verifica dello stato di fatto… definire univocamente le conseguenze sanzionatorie dell’illecito".