Droga a fiumi e riciclaggio di denaro Sei arresti e altri 37 chili sequestrati

Operazione di polizia e Dda nel solco di "Trexit": ennesimo colpo inflitto al gruppo di matrice albanese

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di Daniele Petrone

I fiumi di droga che scorrono sulla via Emilia passavano dalle loro mani, così come i soldi dei proventi riciclati. Spaccio e riciclaggio. Su questi due filoni si è sviluppata l’operazione di polizia condotta dalla squadra mobile della questura di Reggio e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che ha portato in manette sei persone colpite da altrettante misure cautelari in carcere emesse dal gip Alberto Ziroldi su richiesta del procuratore Giuseppe Amato e del pm Roberto Ceroni.

Quattro degli arrestati sono accusati di traffico di droga e associazione a delinquere, tutti presumibilmente appartenenti a un gruppo criminale di matrice albanese dedito al narcotraffico, anche internazionale, specializzato in particolare nella vendita di cocaina, marijuana e hashish, con base operativa tra Reggio e Modena. Mentre gli altri due, incensurati – tra cui una donna albanese e un perugino di 56 anni – dovranno rispondere di concorso esterno in associazione e riciclaggio di denaro.

Tra i destinatari dell’ordinanza anche il presunto capo dell’organizzazione che gestiva direttamente dall’Albania – il quale già si trovava in carcere con una condanna in primo grado a 11 anni e 6 mesi dopo essere stato arrestato a Ferrara – e il suo presunto braccio destro, un 55enne d’origine macedone che gestiva gli affari in Emilia per suo conto, arrestato sempre a Ferrara.

Nel corso delle indagini e delle perquisizioni domiciliari – che hanno riguardato i territori di Reggio, Modena, Bologna, Parma, Brescia, Ferrara e Varese. In queste attività sono state trovate altri etti di droga, nascosti nei posti più disparati, dal cassone delle persiane fino alle plafoniere dei citofoni. Ma in parte gli inquirenti hanno seguito piste investigative anche in Veneto dove sono stati sequestrati 79mila euro in contanti, occultati in un vano segreto di un’auto condotta dall’unica donna arrestata e fermata a Venezia, coi soldi attesi ad un altro complice, pronto a salpare per il Nord dell’Albania dove erano attesi dai vertici dell’organizzazione. E 34 kg di marijuana trovati, sempre in una vettura a Modena – condotto da un giovane ’corriere’ di origine pugliese, arrestato in flagrante e condannato in Appello a due anni e tre mesi – oltre a tre kg di cocaina in un altro veicolo a Reggio.

Grandi quantitativi che si vanno ad aggiungere alla trilogia di operazioni dalle quali è scaturito quest’ultima tranche di arresti, scattate fin dal 2014 partendo dallo spaccio al minuto nella zona degradata delle ex Officine Reggiane: dall’inchiesta “Exit” (33 arresti e tre quintali di droga sequestrati, tra cui 186 kg di hashish) a “Rexit” (27 misure cautelari e oltre 14 kg di droga requisiti, tra cui 9 kg di eroina) fino alla recente “Trexit” nel gennaio 2021 con 20 misure cautelari, 300 kg di hashish sequestrati complessivamente, 25 kg di coca, 31 kg di marijuana, quattro pistole detenute illegalmente, 200mila euro in contanti oltre a sette vetture con doppi fondi segreti (di queste, tre sono state affidate alla polizia reggiana come auto di servizio), la modalità prediletta dal gruppo criminale per trasportare la droga. Il sodalizio ha dimostrato anche fini capacità di riciclaggio: durante un fermo, sono stati scoperti in un vano segreto, ben 60mila euro in contanti tra sterline inglesi e la moneta europea.

Sul mercato delle piazze di spaccio "all’ingrosso", l’organizzazione era molto concorrenziale e per questo aveva una sorta di monopolio sulla via Emilia. Riuscivano a vendere infatti la marijuana – che acquistavano a loro volta dalla Spagna – a 31-38 euro al chilo. E addirittura facevano "sconti promozionali": per 10 kg a settimana, la offrivano addirittura a 29 euro al chilo.

"Questa inchiesta ci insegna che bisogna perseverare – ha detto il questore Giuseppe Ferrari ieri in conferenza stampa – Dato che le attività di indagine su questo gruppo criminale sono partite dal 2014. Il mio plauso va a tutti i miei uomini e in particolare al dirigente della squadra mobile Guglielmo Battisti, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. E rimarco anche la proficua collaborazione con la Dda di Bologna, con la quale stiamo raggiungendo obiettivi importanti". Soddisfatto Battisti: "Oltre alle gocce dello spaccio al minuto, cerchiamo di drenare il flusso a monte. E in quest’ottica abbiamo lavorato".