Due visioni opposte per la San Polo futura

Due visioni opposte  per la San Polo futura

Due visioni opposte per la San Polo futura

È stata una campagna elettorale tesa, quella di San Polo, costellata da confronti pubblici molto duri tra i due candidati, polarizzata attorno a due visioni agli antipodi della macchina comunale e del rapporto pubblico-privato. Il centrosinistra ricandida il sindaco uscente Franco Palù con la lista civica "San Polo Progetto comune" appoggiata dal Movimento 5 Stelle e Pd. Sull’altro emisfero l’imprenditore Pietro Azzolini, convinto esponente di Fratelli d’Italia, con la lista "Alleanza per San Polo" in cui figurano anche i simboli di Lega, Forza Italia e della lista cattolica "Cambiamo San Polo". Non si sono presentati a questa tornata elettorale soggetti come Europa Verde e Prc, in contrasto con la decisione dem di appoggiare la diga di Vetto. Nel giugno 2018 Palù era stato eletto con 1200 preferenze, pari al 48,03% dei voti, il centrodestra che aveva presentato due liste: la civica di Dino Cagnoli "Cambiamo", e quella a traino leghista di Carlo Bronzoni (adesso Fdi). Oggi Azzolini è sostenuto da un monoblocco che raccoglie il dissenso popolare e può contare sull’effetto di trascinamento del Governo Meloni; potrebbe essere eletto anche se il suo programma - come lui stesso ha affermato - è "non politico, terra terra, incentrato su cose da fare come le fogne e la lotta al degrado". Solido imprenditore, nei dibattiti ha mostrato di conoscere poco l’ente che vorrebbe governare. Palù è il sindaco che è stato al timone durante la pandemia e che con le sue dirette quotidiane online i cittadini hanno imparato a conoscere in uno dei momenti più bui degli ultimi decenni; ed è stato presidente dell’Unione. Porta dunque un’esperienza amministrativa solida, progetti realizzati e altri da realizzare per 8 milioni di euro. Una dote importante, ma avrà bisogno che nel segreto delle urne lo sostengano anche gli elettori della sinistra rossoverde ed i moderati.

Francesca Chilloni