"Durante il lockdown il prezzo arrivò a 120 euro al grammo"

Migration

"Non esiste una piazza di spaccio a Reggio come in altre città. I pusher arrestati sono tutti ‘liberi imprenditori’". Il dirigente della squadra mobile della questura, Guglielmo Battisti fotografa così il quadro del narcotraffico in città. "Nel 2019, grazie all’operazione ‘take over’ avevamo stroncato una sorta di guerra in atto per il monopolio dello spaccio in zona stazione fra nigeriani e magrebini, coi primi che cercavano di allargarsi. Con quegli arresti abbiamo impedito il radicamento strutturale" e il prevalere di una sull’altra, ha spiegato ai margini della conferenza il capo della Mobile.

Questo porta dunque ad una totale "libertà per i pusher di spacciare in qualsiasi zona", continua Battisti. Il fatto che non vi siano organizzazioni o ‘cupole’ facilita in un qualche modo – seppur nella complessa repressione del fenomeno del narcotraffico – il compito degli inquirenti. "In piazzale Europa, fino a qualche mese fa, c’era una sorta di monopolio di spaccio da parte dei gambiani", aggiunge Battisti. Ma anche qui, brillanti arresti e di conseguenza anche la bonifica ordinata da Prefettura e Comune della zona delle ex Reggiane – nei cui capannoni abitualmente si rifugiavano – ha stroncato in parte il fenomeno.

Infine è stato osservato anche l’oscillamento del prezzo sul mercato di spaccio della cocaina. "Durante il lockdown, per la difficoltà degli spostamenti da parte degli spacciatori a causa delle restrizioni, il costo al grammo era schizzato anche sui 120 euro. Ora invece è tornato alla ‘normalità’ e si attesta mediamente – a seconda della qualità – dai cinquanta agli ottanta euro", conclude Battisti.

dan. p.