"È difficile trovare professionisti che vogliano lavorare per noi"

La denuncia: "Anche il Comune non riesce a reperire assistenti sociali, per svariati motivi"

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"Come cooperativa il nostro lavoro è quello di far fronte alle esigenze che si presentano nell’ambito del sistema dell’accoglienza, è un lavoro che facciamo sul territorio, molto concreto". Ilaria Nasciuti è dal luglio scorso la presidente della Dimora d’Abramo, una delle principali cooperative sociali attive nell’ambito dell’accoglienza a Reggio, con vari progetti. "Nei vari progetti in cui siamo attivi, diamo ospitalità a circa 580 persone fra Reggio e provincia". Affitti e reperimento del personale. La presidente Nasciuti conferma che il problema affitti esiste e che, incredibilmente e involontaria, l’Università è il competitor più importante.

"È un aspetto che è oggetto di interlocuzione costante sia con l’Amministrazione Comunale sia con la Prefettura – spiega –, dove esiste un tavolo aperto per cercare di trovare una soluzione a questo problema. Poi è chiaro che, vista dalla parte del proprietario di un appartamento sfitto, può essere considerato molto più remunerativo affittarlo a un gruppo di studenti universitari che a una famiglia di immigrati. Non siamo come a Bologna o Milano, ma gli affitti per gli universitari è un grande business". Ma contestualmente, "sta iniziando a emergere un problema di selezione del personale – prosegue Nasciuti –. Il lavoro dell’accoglienza è complesso, perché necessita di competenze di un certo tipo, in cui la componente valoriale non è secondaria. A fronte di uno stipendio che non è pari, va detto, a ciò che si richiede quotidianamente. Il Comune sta facendo fatica a trovare degli assistenti sociali, noi, incontriamo difficoltà a trovare persone che vogliano essere coinvolte in ciò che facciamo. Le motivazioni? Ovviamente molteplici, ma vanno affrontate e analizzate seriamente". La ‘sfida’ dei profughi Ucraini. "Per noi come sistema accoglienza è stata una grande sfida ed una forma di arricchimento, perché ci siamo trovati ad affrontare delle richieste particolari, specifiche, cui abbiamo dovuto far fronte in poco tempo. E’ stato particolarmente sfidante ma molto bello. Abbiamo dovuto affrontare, per esempio, la problematica di ragazzi in età scolare che avevano iniziato la scuola in Ucraina ed avevano bisogno di un Pc ed una rete internet per potersi collegare con la loro scuola e proseguire la frequenza, seppur da remoto. O altri che avevano bisogno di proseguire percorsi di cura o terapeutici iniziati in madre patria. Tutte situazioni cui non eravamo abituati ma che abbiamo affrontato, credo, efficacemente. Soprattutto grazie, anche, alla solidarietà ed alla premura della cittadinanza che ci ha aiutato in tutti i modi possibili fornendoci sostegni importanti". Il futuro. "Quello su cui porrò molto l’attenzione è cercare di mantenere la solidità e la qualità del servizio di accoglienza che per Reggio è un tratto distintivo. Riuscire ad avere risorse umane e non solo per dare sempre risposte adeguate alle esigenze di una materia complessa come è quella dell’accoglienza".

Nicola Bonafini