"E’ fondamentale arrivare alla pace in Ucraina, qualche mese di ritardo dei cantieri può valere l’idea che le armi vengano messe a tacere in Europa"

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Signor sindaco, Reggio Emilia, in un contesto complesso e difficile, sta cambiando faccia. Senza mai fermarsi. Vedendo la nostra città, cambiare volto ’da 10mila metrei di altezza’, qual è la sua più grande preoccupazione?

"Principalmente è una. Quella che veniamo da due anni di emergenza continua, senza sosta, con problematiche davvero pesanti. Prima quella legata al covid, ora quella legata alla guerra. Ecco, la mia più grande paura è che la situazione non precipiti ulteriormente. Perché, certo, i cantieri aperti in città, stanno trasformandone il volto; sono progetti lungamente pensati e sviluppati, credo, con qualità. Ma quello che le famiglie reggiane e pure il Comune, stanno vivendo con l’aumento dei costi e delle bollette è un elemento di forte criticità, che non deve aggravarsi ulteriormente. Ecco credo che un ragionamento a più largo raggio vada necessariamente fatto..."

Qual è?

"Che la speranza, mia, ma deve essere quella di tutti i cittadini di buona volontà e buon senso, è che si arrivi ad una pace stabile e duratura in Ucraina in tempi rapidi. Noi viviamo in contesto di alto Pil e bassa occupazione (8% il primo, e 4% la seconda, ndr) e il nostro tenore di vita è ancora alto, tutto sommato. Ma ad un’ora di aereo da noi, ci sono le bombe che colpiscono la popolazione civile. Ecco non dobbiamo mai perdere di vista che nel cuore dell’Europa, dopo 70 anni di pace, si sta combattendo una guerra sanguinosa. Sono sincero, baratterei volonteri il ritardo di un qualche cantiere, magari sopportando il disagio e qualche critica per quello, per avere la pace di Ucraina, con tutti i benefici che possiamo trarre da questa"

(nella foto il cantiere del palasport di via Guasco)