È guerra ‘fredda’ al Catomes Tôt "Mi hanno staccato il riscaldamento"

Scontro fra il gestore del bar e il circolo simbolo del centro che è già sfociato in una battaglia legale . Il direttivo: "Lui occupa abusivamente il locale, il suo contratto è scaduto da mesi e ha 10mila euro di debiti"

Migration

diDaniele Petrone

Il Catomes Tôt resta al freddo, ma gli animi sono bollenti. Esplode la guerra tra il circolo sociale simbolo del centro storico di Reggio e il gestore del bar al suo interno.

"Da una settimana hanno staccato il teleriscaldamento – tuona Giusto Bertani, titolare della Brando srl che ha in gestione il punto ristoro – lasciando così gli anziani al freddo. Oggi (ieri, ndr) ho tenuto chiuso e ora ho provveduto a comprare, a mie spese, sei stufe elettriche per riscaldare gli ambienti". La replica a caldo però arriva subito dal presidente del centro sociale, Marco Menozzi: "Il suo contratto è scaduto da mesi, sta occupando il locale abusivamente. E ha debiti per oltre diecimila euro. Deve andarsene". Una vera e propria guerra che è arrivata anche in tribunale.

Menozzi fa ordine e dà la sua versione dei fatti. "A luglio 2021, questa persona ha vinto una manifestazione d’interesse, con un contratto in scadenza al 31 dicembre di quell’anno. Poi noi come circolo abbiamo rinnovato la convenzione col Comune. Poi, abbiamo prorogato di mese in mese, per dare continuità fino a luglio di quest’anno quando è stata rifatta un’altra manifestazione d’interesse, vinta da un’altra società. Dunque, abbiamo mandato una lettera a Bertani, dandogli tempo fino al 30 ottobre per lasciare i locali. Ma lui è ancora qui...", puntualizza. Poi entra nei dettagli della querelle. "Nel contratto era specificato che il teleriscaldamento era a nostro carico, ma che lui fosse tenuto a rimborsarci. Pagamenti mai effettuati. Ha affitti e utenze arretrate...". E ancora: "Siamo per vie legali (si sono affidati all’avvocato Paolo Pierdicca, ndr), noi come centro sociale non possiamo fare nulla, nè cambiare le serrature. Il teleriscaldamento? Abbiamo deciso noi di staccarlo perché essendo a nostro carico e non avendo contributi da lui, non possiamo più permetterci di pagarlo. Ci sono rimasti trenta euro sul conto corrente del circolo". Infine, lancia un’accusa pesante: "Essendo un circolo, è obbligatorio avere la tessera soci per poter entrare. Ma ci risulta che gli aperitivi e le cene che somministra sono rivolti ad utenti privi della tessera...".

Ma Bertani non ci sta: "Questo bar era chiuso da anni quando sono subentrato. L’ho abbellito e ho fatto notevoli investimenti sugli arredi e sulla cucina. Per questo, a marzo 2021 avevo chiesto un rinnovo di sei anni, proprio per rientrare da queste spese. Ma loro me ne hanno offerti solo quattro. Non essendoci messi d’accordo, da qui sono partite le angherie nei confronti, culminate col distaccamento del teleriscaldamento. Se non riallacceranno i termosifoni, ho già provveduto ad acquistare delle stufe elettriche. Ma il Comune dovrebbe sapere che nelle giornate di mercoledì e venerdì, ospitiamo un ragguardevole gruppo di ragazzi diversamente abili. A questo punto penso che dovremo rifiutare per ovvie ragioni... Non possiamo certo farli restare al freddo e rischiare che si ammalino. Ho scritto al sindaco e all’assessore de Franco, perché il circolo non ha agito correttamente. E comunque non ho neppure ricevuto un avviso di sfratto. Perciò qui posso restare ancora. Ora vedremo come finirà questa storia a livello legale, ma credo che fino a marzo da qui non me ne andrò. ".

Il circolo però sostiene di aver ricevuto un impegno da parte dell’avvocato Marcello Coffrini – che tutela Bertani – che "per gennaio i locali saranno liberati". Bertani controrilancia: "Pagherò gli affitti arretrati, ma il teleriscaldamento è intestato al circolo, così come l’acqua. Dunque, è competenza loro. Io ho intestata solo la luce che ho pagato sempre regolarmente". Infine scaglia un’altra frecciata: "Ho scoperto che il Catomes non ha mai pagato la Tari... Come mai?". Insomma, una guerra – ’fredda’ o ’calda’ dipende dai punti di vista – che non finirà qui. Certo è che, ad ogni modo, il circolo simbolo del centro storico merita più considerazione.