È morto Alberto Manotti, era il "re del Po"

Creò uno spazio magico amato dai bambini costruendo una "nave" coi rami della corrente del grande fiume col quale viveva in simbiosi

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Nei giorni in cui il Po è ridotto ai minimi termini, con il record di secca a 4,83 metri sotto lo zero all’idrometro AiPo di Boretto, il grande fiume piange la scomparsa di uno dei suoi personaggi più conosciuti e caratteristici. Con Alberto Manotti se ne va il "re del Po". Frequentava il fiume da quando era ragazzino, entrando in una specie di simbiosi con il Po e la sua golena. Alberto insegnava il rispetto per la natura. Lo aveva sempre fatto, già dagli anni Settanta, quando ai bambini spiegava come rispettare la natura e il Po, chiamandoli "castori", quando iniziò la costruzione delle sue prime "baracche" sulla spiaggia, spesso portate via dalla corrente del Po durante le piene. Negli anni aveva realizzato uno spazio caratteristico, appena sotto il ponte del Po di Boretto, creando una specie di "nave" con i rami trasportati dalla corrente del fiume.

Un luogo incantato, amato dai bambini e dalle tante famiglie che lo frequentavano. Era lì, in questa "opera d’arte contemporanea", che Alberto trascorreva la maggior parte del suo tempo. Nel maggio dello scorso anno un malore lo fece cadere proprio in quel luogo magico, sulla terrazzina della sua "nave", di cui era un perfetto custode. Solo grazie all’allarme dato da un passante, in transito con il suo cane lungo l’adiacente pista ciclabile che costeggia il fiume, Alberto Menotti era stato soccorso da personale sanitario e dai vigili del fuoco, per poi essere ricoverato in ospedale e in altre strutture. Non si era mai più ripreso completamente. La notizia della sua scomparsa ha destato vasto cordoglio. Aveva 79 anni, ma aveva in corpo l’energia di un ragazzino. Era sempre una gioia ascoltare i suoi racconti, i suoi aneddoti, le sue storie sul Po, spesso accogliendo i visitatori in braghette corte, canottiera e ciabatte. Ma sempre con il sorriso.

Lascia la moglie Piera, i figli Yuri e Monica, un fratello, tre sorelle, altri parenti. L’addio è previsto in forma semplice e civile, domani, alla camera mortuaria dell’ospedale di Guastalla, prima del trasferimento del feretro per la cremazione.

Antonio Lecci