Ecco il Pierrot Lunaire di Schoenberg

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Al Festival Aperto il "Pierrot Lunaire" di Schoenberg. Stasera alle 20.30 il Teatro Cavallerizza ospita Cristina Zavalloni (voce), con Mdi Ensemble e Marco Angius (direttore, nella foto), che portano in scena "Pierrot Lunaire", capolavoro di Arnold Schoenberg, con inserti musicali di Sylvano Bussotti. La misura dell’influenza di Pierrot Lunaire sulla musica dell’ultimo secolo è incalcolabile. In una manciata di mesi, tra il 1912 e il 1913, la prima di "Pierrot Lunaire" di Schoenberg e quella della "Sagra della Primavera" di Stravinskij sanciscono la nascita della musica moderna, le sue interne rotture, alfa e omega di una vicenda complicata e avvincente, che prosegue ancora oggi. "Pierrot Lunaire" presenta improvvisamente e in un colpo solo innovazioni epocali: il superamento del sistema tonale, l’invenzione del canto parlato (‘Sprechstimme’), un suono d’ensemble per timbri strumentali isolati (la tradizione tendeva al loro impasto), un rimescolamento di generi ed espressioni tra Lied e teatro, musica cameristica e cabaret, contemplazione e azione, ironia e allucinazione. Nel 2009 Sylvano Bussotti scrive "Arlequin poupi" per Mdi Ensemble, come pezzo da affiancare al "Pierrot Lunaire" in concerto. E in dialogo con il lavoro schoenberghiano l’opera è concepita: stesso organico (meno la voce) e spirito ironico accentuato. In seguito l’ensemble ha scelto altre due brevi composizioni di Bussotti, a scandire le tre parti del Pierrot. Pierrot Lunaire è anche punto di riferimento per la creazione del nuovo lavoro di teatro musicale "Pierrot Redux" di Massimiliano Viel, che andrà in scena in prima assoluta al Teatro Ariosto venerdì alle 20.30 e domenica alle 18, con l’impianto visivo di Filippo Andreatta. Posto unico 10 euro.