Encefalite acuta: ragazzo di 13 anni salvato grazie ricambio di plasma

L’adolescente di Reggio è stato trasferito e curato all’ospedale Maggiore di Parma. “E’ arrivato incosciente e gravissimo, in una settimana il recupero”

Ragazzo salvato dall'encefalite: i medici dell'équipe

Ragazzo salvato dall'encefalite: i medici dell'équipe

Reggio Emilia, 5 agosto 2023 – Lo hanno salvato da una grave e rara forma di encefalite acuta attraverso la plasmaferesi in una sola settimana. È la vicenda che ha visto protagonista un ragazzo reggiano di 13 anni, curato in modo positivo e a tempo di record dalla Clinica Pediatrica e dal dipartimento di Immunoematologia e trasfusionale dell’ospedale Maggiore di Parma.

“Dopo una leggera febbre nostro figlio ha iniziato a stare male, mal di testa a cui si è aggiunto un forte mal di pancia. Lo abbiamo portato all’Ospedale di Reggio Emilia dove la pediatra che lo ha visitato ha avuto il sospetto che si trattasse di un problema neurologico ed ha avviato tutti gli accertamenti del caso", è quanto hanno raccontato Francesca ed Enrico, i genitori. Il 13enne, grazie a una diagnosi tempestiva compiuta da parte del personale specializzato dell’arcispedale Santa Maria Nuova, è stato immediatamente trasferito al reparto di Terapia Intensiva Pediatrica dell’ospedale Maggiore di Parma.

I cui medici, comprendendo l’effettiva gravità della situazione, hanno, pressoché istantaneamente, disposto la presa in carico del giovanissimo paziente e il suo immediato ricovero dove è stato curato in sinergia, con il Centro trasfusionale dello stesso nosocomio ducale.

“Al suo arrivo presentava un quadro clinico di grave deficit motorio e cognitivo – spiega Clelia Zaniboni, responsabile della Terapia Intensiva Pediatrica dell’Azienda OspedalieroUniversitaria di Parma – era in stato di incoscienza, non parlava, non si muoveva”. “Dovevamo intervenire subito – aggiunge il dottor Maurizio Soli, direttore di Immunoematologia e trasfusionale del Maggiore –. Abbiamo eseguito una plasmaferesi seguita da altre due urgenti nei giorni successivi continuando a giorni alterni. La plasmaferesi, ovvero il ricambio di plasma del sangue ha l’obiettivo di eliminare gli anticorpi probabili causa della patologia, impedendo loro di riprodursi o attaccare l’organismo. E in meno di una settimana abbiamo assistito a un recupero veloce della quasi totalità delle condizioni generali: adesso il ragazzo parla, comprende, sorride, ha recuperato la memoria. In tempi veramente inattesi rispetto a patologie di questo tipo".

Sono degli angeli – conclude la mamma del 13enne rivolta al personale sanitario –. Per le cure che stanno prestando a nostro figlio che migliora ogni giorno, ma anche per la disponibilità e le attenzioni che abbiamo incontrato. Anche nel momento più difficile, quando era ricoverato in Terapia intensiva, ci siamo sentiti in mani sicure. Il mio grazie anche alla pediatra e al neurologo dell’Ospedale di Reggio che hanno subito capito la patologia e coinvolto Parma per una terapia più mirata ".

Nello specifico, si tratta dei dottori Maurizio Soli e Clelia Zaniboni, la pediatra De Olmi e le neuropsicologhe Benedetta Piccolo e Emanuela Turco della Clinica pediatrica diretta da Susanna Esposito. Parole di soddisfazione per la ripresa del giovane paziente e di elogio al personale arrivano dalla direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma Sandra Rossi: "Un lavoro di équipe di validi professionisti che con la loro esperienza e dedizione hanno contribuito all’ottimo risultato".

ni. bo.