
É stato arrestato dai carabinieri del Nucleo radiomobile di castelnovo, con l’accusa di furto aggravato, un 50enne residente nello stesso paese.
Recuperano la refurtiva, costituita da oltre 1.500 euro in monete.
L’uomo si era introdotto all’interno di un’azienda edile per poi riuscirne con uno zaino in spalle con dentro oltre 1.500 euro in monete trafugate all’interno degli uffici. Attraverso il filmato dalle telecamere, i carabinieri hanno immediatamente riconosciuto Mirko Ferretti e l’hanno rintracciato presso la sua abitazione, dove è stato trovato in possesso della refurtiva.
Per questi motivi, con l’accusa di furto aggravato, i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Castelnovo Monti hanno arrestato il 50enne reggiano.
Il fatto è successo sabato sera quando i carabinieri della pattuglia radiomobile di Castelnovo Monti sono intervenuti negli uffici di una ditta edile dove, sotto gli occhi della telecamera, era stato asportato il denaro contante. Le immagini avevan o ripreso l’uomo mentre arrivava con la sua auto, poi l’ingresso negli uffici e infine l’uscita, dopo alcuni minuti, con in spalla uno zaino preso dall’azienda dove aveva riposto la refurtiva costituita da monete per un totale di 1.500 euro.
L’uomo ha diversi precedenti, tra cui una rapina al Credem di via Ariosto in città (gennaio 2013), prelievi con carte rubate e svariati furti.
Nell’agosto 2018, fu bloccato dai carabinieri alla Vecchia di Vezzano in auto davanti alle Poste: aveva con sé una bottiglia molotov, una pistola scacciacani priva del tappo rosso e una parrucca.
Uscito dal carcere nel marzo 2022, nell’ottobre scorso avrebbe commesso un altro furto per il quale era sottoposto all’obbligo di firma.
Ora lavora come metalmeccanico a tempo determinato e fa terapia al Sert una volta alla settimana.
Ieri mattina è comparso davanti al giudice Matteo Gambarati per la direttissima: ha risposto alle domande ammettendo gli addebiti.
Ha detto che voleva cercare pezzi di ricambio per l’auto in una vicina attività, e quando è entrato nel capannone per chiedere se fosse aperta, ha visto i contenitori con le monete sulla scrivania e uno zaino e li ha portati via.
Il pm ha chiesto i domiciliari, che il giudice ha applicato dandogli però la possibilità di lavorare come richiesto dall’avvocato difensore Domenico Noris Bucchi.
Il legale ha rimarcato le contraddizioni: il fallimento del suo percorso, ma anche il fatto che per lui ricadere in un furto dopo un anno sia una sorta di conquista, nonché il rischio che, se rimanesse senza un lavoro, le occasioni di delinquere aumenterebbero.
Dopo la richiesta di un termine a difesa, la direttissima proseguirà in novembre.
s.b.