Reggio Emilia, ragazzini entrano urlando al Chierici. Arriva la polizia

Un gruppo di circa dieci ragazzi è entrato nell’istituto creando il caos. La vicepreside: "Ci siamo spaventati"

Studenti al Chierici (foto di repertorio)

Studenti al Chierici (foto di repertorio)

Reggio Emilia, 18 gennaio 2020 - Una decina di ragazzi, presumibilmente di un’altra scuola, all’assalto del Chierici. Sono stati attimi concitati ieri mattina, intorno alle 8,30, all’istituto di via Nobili, preso di mira da una banda di giovani esagitati.

L’allarme è stato dato immediatamente dal personale scolastico. Circa una decina di persone, identificare come di età compresa fra i 15-16 anni, sono entrati senza autorizzazione, per motivi ancora da chiarire. Quel che è certa è la volontà di non passare inosservati; il trambusto creato ha attirato l’attenzione di diverse persone, tra cui anche la vicepreside Lorella Borciani, prontamente intervenuti per chiedere le generalità ai giovani. Per tutta risposta però il gruppetto ha iniziato a inveire "con toni offensivi e poco educati" verso i presenti, prima di darsi alla fuga. Non senza intoppi, dato che è stato colpito e rovesciato un grosso vaso nella maldestra rincorsa alla porta d’uscita.

Dopo pochi minuti all’istituto è arrivata anche la squadra volante della polizia, chiamata dal personale scolastico, che ha avviato le indagini. La banda era già riuscita a fuggire. Ma sono stati diversi i testimoni che hanno potuto dare informazioni sul gruppetto entrato. "Ci siamo spaventati, è inevitabile" racconta dal suo ufficio Lorella Borciani, vicepresidente del Chierci, nel ripercorrere i concitati momenti. "È la prima volta che ci capita di vedere un gruppo così nutrito di ragazzi, che non conosciamo, arrivare così all’improvviso nel nostro edificio. C’è una questione di sicurezza, soprattutto nei confronti dei nostri studenti, imprescindibile. Chi entra deve presentarsi ed essere riconoscibile; altrimenti qui non può stare".

Secondo Borciani, i ragazzi "erano tutti sui 15-16 anni, se dovessi giudicarli in base all’età". Ma sulle motivazioni alla base del gesto, non si è ancora data spiegazioni: "Se conoscono dei nostri studenti? Possibile. Però non spetta a noi fare queste indagini, o tanto meno accusare i nostri ragazzi. Di certo l’irruzione non andava fatta, e spero vengano prese le giuste misure". Sull’episodio sono proseguite le indagini della Digos, a cui la squadra volante ha passato l’incarico. Dalla Questura hanno comune fatto sapere come "alcuni possibili sospettati siano già stati convocati insieme ai genitori, in quanto minorenni, per un breve interrogatorio. Per ora non sono state formalizzate accuse, ma continueremo a indagare".