STELLA BONFRISCO
Cronaca

"Esistiamo solo qui". Ferretti celebra la città: "I nostri 40 anni sono anche i vostri"

La band ha raccontato la genesi di questo grande evento. La ’custode testamentaria’ è Annarella. Fatur è il performer.

"Esistiamo solo qui". Ferretti celebra la città: "I nostri 40 anni sono anche i vostri"

"Esistiamo solo qui". Ferretti celebra la città: "I nostri 40 anni sono anche i vostri"

Per una volta celebrare non coincide con erigere simbolicamente un monumento, ma significa raccontare materia viva che non ha mai smesso di respirare e continuerà a farlo. È questo che il visitatore sente attraversando ogni spazio dei Chiostri di San Pietro, dove da oggi è allestita la mostra ’Felicitazioni! Cccp - Fedeli alla Linea’. "Un mostro – la definisce Giovanni Lindo Ferretti, voce del gruppo – che mette insieme tutta la complessità della nostra storia. Una storia difficile da raccontare e che forse questa mostra farà per noi". Sicuramente una mostra che parla dei Cccp e di quegli anni ‘80 che hanno segnato la loro musica e i loro spettacoli. E che la loro musica ha segnato, tracciando un’indelebile linea di confine tra un prima e un dopo. "Sicuramente questa mostra, che poteva essere allestita solo a Reggio Emilia dove i Cccp hanno avuto inizio e fine, non è un requiem ma l’ultimo concerto, che ci ritrova gli stessi di sempre con quarant’anni in più": ha voluto rimarcare Ferretti, sempre pronto a difendere la fedeltà al gruppo e il dominio di un palcoscenico capace di separare nettamente la performance dal pubblico. Di fronte al corso della Storia che cambia – e che con la caduta del Muro di Berlino ha "tolto l’aria" al gruppo, sbriciolandolo - non sono cambiati i giovani, che continuano ad ascoltare le loro canzoni, a riconoscere ai Cccp un ruolo centrale nella musica degli anni ‘80 e non solo, con forti ricadute sugli artisti rock che sono arrivati dopo. "Non siamo collocabili – è intervenuto Danilo Fatur, performer e ‘artista del popolo’, che insieme ad Annarella Giudici ha dato forma all’aspetto più scenico e teatrale del gruppo. - Siamo sempre stati fedeli a noi stessi, abbiamo anteposto il noi all’io, interpretando un malessere giovanile, un disorientamento che esiste ancora, sempre più palpabile. Noi raccontavamo le nostre percezioni, che non sono distanti da quelle di oggi".

La mostra rappresenta un’occasione imperdibile per tutta Reggio Emilia di ripensarsi, di riappropriarsi di un passato unico con cui riappacificarsi, perché parte della sua identità e della sua crescita sociale. "Sì, la mostra e lo spettacolo saranno un momento importante per Reggio, che potrà confrontarsi con i tanti simboli che ha sempre interpretato secondo la propria indole - ha detto Massimo Zamboni, compositore e chitarrista - Quando è arrivato ai Chiostri il brandello del Muro di Berlino ho visto gruppi di persone commuoversi fino alle lacrime, nonostante sia ancora oggi considerato un simbolo d’infamia per il mondo occidentale. Perché qui da noi il comunismo ha comunque rappresentato la liberazione, la spinta che ha portato alla giustizia sociale. Un’idea che rimane nel nostro dna anche se i tempi sono cambiati". La mostra è stata possibile grazie al lavoro di conservazione che Annarella Giudici - la benemerita soubrette dei Cccp - dal 1990 ha fatto, archiviando i tanti oggetti accumulati durante la vita del gruppo. "È stata una grande fatica rimettere insieme tutto – ha confidato Annarella Giudici. - Libri, dischi, vestiti, carte, oggetti che non sono mai stati messi da parte. Hanno sempre ricevuto le mie cure, e questo lo rivendico come parte femminile del gruppo, conservando tutto in un armadio che si apriva soltanto per me. Adesso l’armadio si è aperto a tutti, permettendomi di continuare un percorso artistico mai interrotto, ma che in più momenti ho rivolto alla custodia e alla memoria del gruppo".