Esposte le reliquie della croce e del sangue

Grazie anche al contributo dei familiari di Eugenio Benatti, vinto dal Covid, è stata allestita una stanza in un ex confessionale in Duomo

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di Antonio Lecci

Tre importanti reliquie sono tornate a essere esposte a Guastalla. Si tratta di frammenti che deriverebbero dalla Croce di Cristo e una reliquia del Preziosissimo Sangue, che erano state custodite originariamente nella chiesa di Santa Croce (o della Morte), sotto i portici di corso Garibaldi, proprio di fronte alla Biblioteca Maldotti, ma chiusa e inagibile ormai da tempo.

Non poteva esserci ricorrenza migliore per questa esposizione, avvenuta domenica di Pasqua, al termine della solenne concelebrazione in duomo. Al termine della messa, il neo vescovo Giacomo Morandi ha condotto la processione che, dall’altare, ha raggiunto la cappellina in Duomo, per concludersi in una piccola stanza situata accanto alle tombe dei vescovi guastallesi, in passato usata come confessionale.

Grazie pure a un contributo messo a disposizione dai familiari di Eugenio Benatti, vinto a soli 61 anni di età dal Covid, nel 2020, e storico volontario in parrocchia e nello sport, sono stati realizzati lavori per l’allestimento della stanza, che ora accoglie le preziose reliquie, visibili ai fedeli e protette da un vetro blindato e da un sistema d’allarme.

A lungo le reliquie erano state custodite nella chiesa della Morte, poi con la sua chiusura erano state trasferite nella Canonica, accanto al duomo, in una stanza sicura e protetta. Ora sono esposte, visibili a tutti. Una chiesa storica, quella di corso Garibaldi, che col tempo perse la sua funzione, arrivando a diventare un deposito di polveri da sparo a inizio Settecento, durante la sanguinosa battaglia di Luzzara e l’assedio della città da parte delle truppe tedesche.

Del recupero della cripta si parla in atti del 1868, quando venne deposta la reliquia del Preziosissimo Sangue. Si ipotizza che la reliquia – terra intrisa col sangue di Cristo – sia stata nel Seicento a Mantova, per essere portata a Guastalla. Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa, avrebbe ritrvato la preziosa reliquia nel 1048 a Mantova e della quale aveva il possesso.

Guastalla faceva parte dei suoi possedimenti e la chiesa di Santa Croce era stata da lei stessa riedificata sui resti di una chiesa molto più antica, probabilmente la chiesa di San Bartolomeo, già citata in un diploma di Papa Innocenzo II del 1132, risultando fra i beni assegnati per donazione dal monastero di San Benedetto, abbazia fondata dai Canossa.