Falco pellegrino ucciso a fucilate. I forestali a caccia del colpevole

La carcassa dell’esemplare di specie protetta è stata rinvenuta in una zona di campagna a Poviglio. La Procura apre un’inchiesta: potrebbe essere stato ammazzato perché disturbava le battute ai colombacci. .

Falco pellegrino ucciso a fucilate. I forestali a caccia del colpevole
Falco pellegrino ucciso a fucilate. I forestali a caccia del colpevole

di Antonio Lecci

I carabinieri del nucleo forestale di Gualtieri indagano per risalire all’autore della fucilata che ha ucciso un esemplare di falco pellegrino, avvenuta nei giorni scorsi a Poviglio. Si tratta di un rapace diurno appartenente ad una specie selvatica particolarmente protetta. L’autore del gesto rischia una sanzione penale, oltre la sospensione, revoca o esclusione definitiva dalla concessione della licenza di porto di fucile per uso caccia.

La carcassa del falco (foto in alto a destra) è stata rinvenuta in un’area dell’ambito territoriale Atc Re1. Dopo una prima analisi del corpo del volatile, si è capito che era stato ucciso da una fucilata. Non si esclude l’eliminazione mirata per evitare il possibile "disturbo" durante la caccia al colombaccio, preda preferita dal falco pellegrino, che a sua volta diventa preda di cacciatori e bracconieri. Gli accertamenti hanno compreso anche l’esame svolto dai tecnici dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Reggio, che ha confermato come la morte dell’animale protetto sia riconducibile alle ferite da pallini di arma da fuoco, comunemente impiegata per la caccia ai volatili.

I reperti balistici estratti dall’esame necroscopico sono stati recuperati dai militari del nucleo forestale e messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, insieme ad alcune cartucce acquisite sul luogo del ritrovamento, a pochi metri dalla carcassa del falco e presumibilmente abbandonate dallo stesso autore della fucilata fatale. L’uccisione del falco pellegrino costituisce un grave reato, punito dal codice penale, che prevede la pena della reclusione fino a due anni. Per i tempi e i modi dell’azione, sembra molto probabile un collegamento tra l’uccisione del falco e la pre-apertura della caccia al colombaccio, consentita dal calendario venatorio regionale esclusivamente da appostamento, nelle giornate di domenica e giovedì fino alle 13 e limitatamente a determinate specie. Proprio il colombaccio rappresenta una delle prede elette del falco pellegrino. Per questo il rapace viene impropriamente considerato un elemento di disturbo all’attività venatoria, finendo illegalmente nel mirino di cacciatori di selvaggina da piuma e dei bracconieri. Il falco pellegrino è infatti un abilissimo predatore, in grado di raggiungere velocità da record in picchiata (oltre 300 kmh), ed è fondamentale per il mantenimento di ecosistemi dal delicato equilibrio.