PAOLO ROSATO
Cronaca

False fatture e malaffare. Arrestato Squillacioti

Il 59enne, crotonese, era stato già condannato a cinque anni. L’accusa, nel filone ‘Perseverance’, era di aiutare la ’Ndrangheta.

Un’immagine dell’intervento dei Vigili del fuoco

Un’immagine dell’intervento dei Vigili del fuoco

Un cinquantatreenne crotonese, Domenico Squillacioti, è stato arrestato due pomeriggi fa dalla squadra mobile della Questura di Reggio Emilia mentre si trovava al lavoro in un cantiere a Modena.

I poliziotti lo hanno rintracciato in virtù del passaggio in giudicato della sentenza della Corte d’Appello di Bologna, all’esito del procedimento ‘Perseverance’. Amministratore di una società cartiera, è stato riconosciuto colpevole del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti, commesso al fine di agevolare il sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, avendo emesso, nell’arco di due anni, fatture per un imponibile pari a 166mila euro a favore di società riconducibili ad elementi di spicco del sodalizio criminale anch’essi imputati nel medesimo procedimento penale.

Nel corso delle indagini è emerso, infatti, che il profitto del reato veniva prevalentemente spartito tra gli associati, anche detenuti, e comunque moltiplicando la percezione e la consapevolezza da parte degli associati di potersi avvalere della collaborazione dell’imprenditoria locale, aumentando l’infiltrazione della consorteria di ‘Ndrangheta nell’economia locale e nazionale, con particolare riguardo ai settori economici e imprenditoriali tradizionalmente controllati dall’organizzazione mafiosa. Deve scontare cinque anni di reclusione. Quanto all’appello di ‘Perseverence’, tutti e ventidue gli imputati si videro confermata la condanna, talvolta con qualche alleggerimento. Tra loro, i sei uomini chiamati a rispondere di associazione mafiosa sono stati di nuovo riconosciuti responsabili del grave reato. Nessuna assoluzione. Ha retto in toto l’impianto accusatorio formulato dal pubblico ministero della Dda Beatrice Ronchi, sostenuto in secondo grado dal sostituito procuratore generale Nicola Proto.

red. cro.