"Faremo capire al Governo l’unicità dell’Irccs"

Il sindaco Vecchi sul rischio di riduzione degli istituti: "Con la caduta del Governo è tutto rimandato... Non ci facciamo imporre un’agenda"

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"So per certo che tra sette giorni la verifica sull’Irccs non mette in discussione la sua esistenza. Ma noi dovremo far capire al prossimo Governo l’unicità del nostro Irccs". Getta acqua sul fuoco, pur non negando che esista una riflessione in atto, il sindaco Luca Vecchi.

Stiamo parlando del destino dell’Istituto di ricerca della nostra sanità. Tutto nasce da un disegno di legge presentato dall’ormai ex Governo che chiedeva alle Regioni di diminuire il numero di Irccs per non disperdere le risorse statali messe in campo. Se nel 2003 erano una trentina, oggi superano la cinquantina. Ma il plafond del ministero è rimasto uguale. Ecco perché è arrivato l’input alle Regioni di razionalizzarli (e diminuirli).

"Le ragioni che sono alla base della nascita dell’Irccs oltre dieci anni fa, sono ancora tutte valide – precisa il sindaco – E ancora oggi è punto di riferimento e di eccellenza non solo per la sanità reggiana ma per tutta la provincia. Abbiamo la peculiarità unica a livello regionale di avere un istituto di ricerca che ha una forte relazione con il territorio e che ha al centro il paziente. Coniuga al meglio ricerca e cura. D’altronde non nasce in un ospedale universitario ma nel principale ospedale della provincia. E’ chiaro che la qualità e l’eccellenza dell’Irccs è funzionale alla sanità locale". E inoltre c’è una considerazione politica: "È anche un riferimento fondamentale di un disegno di città. Nasce per l’oncologia ma potenzialmente può espandersi. E’ il paradigma di una città che ha investito su ricerca, conoscenza ed educazione. E’ integrato con un territorio con tanti volontari e associazioni capaci di raccogliere milioni di euro per la ricerca, questa è una cosa unica".

Le imposizioni del governo, queste no, non andrebbero bene: "C’è un nuovo direttore. Gli va data fiducia e va condiviso il suo obiettivo del voler migliorare il lavoro dell’istituto. Subire l’agenda altrui invece è sbagliato – precisa Vecchi – Per quanto riguarda il disegno di legge beh... Ormai direi che è finito ai box. Quando ci sarà un nuovo ministro capiremo quale sarà il destino dell’Irccs". Il sostegno, da parte della Regione, c’è tutto: "Io parlo regolarmente di sanità con Donini e Bonaccini – spiega Vecchi – E c’è una valutazione molto positiva della sanità reggiana e della direzione dell’Ausl, così come per l’Irccs. Quindi io mi sento tranquillo. E sono attento a mantenere il rapporto col Ministero della Sanità".

Sul tema spinoso del precariato nell’Irccs (45 persone a tempo indeterminato) il sindaco si appella agli enti superiori: "L’azienda ha fatto la sua parte stabilizzandone una parte. Dopodiché c’è un tema di inquadramento dei ricercatori che è uno degli elementi fondamentali della riforma degli Irccs. Più che sul numero di istituti, la legge delega dovrebbe intervenire su questo". Una strada per schivare la riduzione degli Irccs potrebbe anche esser quella di creare una rete regionale con altri istituti. Cosa su cui Vecchi va molto cauto: "Noi non abbiamo mai avuto pregiudiziali ideologiche a processi di riorganizzazione anche extraterritoriale. Guardate l’Università, Iren o la fusione di Ausl e Ospedale. Ma dobbiamo aver chiaro da cosa partiamo".

s.m.