Farmacia ’scippata’ del numero di telefono

Per un errore il dottor Delfini da 27 giorni non ha più la sua linea "Inaccettabile che nessuno riesca a risolvere il problema"

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Un clamoroso errore burocratico da 27 giorni ha "scippato" la Farmacia Delfini della sua linea telefonica fax e nessuno sa come riattivarla. Un disservizio grave per i pazienti che non possono chiamare per prenotare visite e tamponi, chiedere informazioni sui farmaci e le prestazioni sanitarie erogate; un danno enorme anche per i farmacisti che non riescono a comunicare (se non via email o con i loro cellulari privati) con i fornitori, l’Ausl ed i magazzini di Fcr. La stessa assurda situazione la sta vivendo l’ignaro cittadino che, 27 giorni fa, per errore si é visto assegnare la linea telefonica del dottor Giuseppe Delfini: per giorni ha ricevuto a casa le telefonate dei pazienti, poi il numero gli è stato tolto, ma da allora non ha ricevuto la nuova linea. Nessuno sembra in grado di capire l’accaduto, né di risolvere il problema causato inizialmente da Postemobile. Il numero - a insaputa del dottor Delfini - è stato ’espropriato’ e assegnato al cittadino, suo compaesano. Inutili le segnalazioni di Delfini al Garante dei Consumatori, senza risultato i tentativi di capire cosa sia accaduto, ricevere informazioni precise e ripristinare l’utenza. "Il mio numero è diventato di loro proprietà. Ho telefonato con il cellulare in Posta, mandato mail, chiesto informazioni… L’unica cosa che sono riuscito a ottenere in tre giorni è stato di congelare il numero. Qualcuno ha usato al posto mio un codice di migrazione e adesso siamo in un limbo: io e il cittadino abbiamo le linee mute".

Il farmacista sottolinea: "La farmacia è parte del servizio sanitario nazionale: si è interrotto un servizio pubblico di primaria importanza. Un errore può capitare, ma non è accettabile che in un mese nessuno sia riuscito a risolvere il problema". La vicenda segnala un problema importante di privacy e trasparenza degli atti: si può venire ’scippati’ a propria insaputa - e senza aver effettuato alcun errore, magari in buonafede - di utenza e codici di riattivazione che dovrebbero essere personali. Il tutto mettendo in modo una macchina burocratica infernale.

Francesca Chilloni