Fatture false nel mondo del rally, 19 denunce

Sequestrati beni per 5,2 milioni. L'inchiesta di Como tocca anche Reggio Emilia

Fatture false nel modo del rally, 19 denunce (Foto di repertorio Immagini)

Fatture false nel modo del rally, 19 denunce (Foto di repertorio Immagini)

Reggio Emilia, 11 novembre 2019 – Le chiamano cartiere, sono scatole vuote: esistono solo sulla carta, e la carta è l'unica cosa che producono. Fatture, più che altro. False. Lo schema, stando all'indagine della Guardia di Finanza di Erba, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Como, Giuseppe Rose, sarebbe stato replicato da 15 società del mondo del rally. L'inchiesta, che ha portato alle denuncia di 19 persone e al sequestro di beni mobili e immobili per 5,2 milioni di euro complessivi di valore, ha toccato anche la provincia di Reggio Emilia.

La frode fiscale scoperta dalle Fiamme Gialle ammonta a oltre 12 milioni di euro, realizzata grazie all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Coinvolte scuderie automobilistiche, sponsor e società di promozione pubblicitaria, organizzazione e realizzazione delle manifestazioni sportive. Il meccanismo, stando agli accertamenti dei finanzieri, era il seguente: per abbattere il loro reddito e l'Iva a debito dovuta alla cessione di spazi pubblicitari e al noleggio di auto, le scuderie di rally usavano fatture false emesse da società cartiere create ad hoc. A fronte dei bonifici effettuati per giustificarle, venivano effettuati altrettanti prelievi di contante. Un gioco a somma zero, in pratica.

Che tuttavia è costato la denuncia a 19 persone, tutti italiani, residenti nelle province di Como, Milano, Brescia, Lecco, Novara, Reggio Emilia e Roma; città dove peraltro avevano sede anche le società cartiere. L'accusa di cui dovranno rispondere? Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omessa dichiarazione.