"Fauna selvatica, trappole abusive e postazioni da pesca irregolari"

La scoperta delle Guardie giurate ecologiche volontarie nel fine settimana nella zona dell’Oasi di Budrio

"Fauna selvatica, trappole abusive e postazioni da pesca irregolari"

"Fauna selvatica, trappole abusive e postazioni da pesca irregolari"

Trappole abusive per la fauna selvatica e postazioni da pesca non regolamentari, oltretutto in alcuni spazi con il divieto di accesso al pubblico. Sono state rinvenute nel fine settimana nella zona dell’Oasi di Budrio, a Correggio, in via Imbreto, in un’area di riequilibrio ecologico, destinato nel prossimo futuro a essere interessato da interventi di riqualificazione e manutenzione straordinaria grazie ai contributi in denaro pubblico messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per interventi di risanamento, recupero, valorizzazione e rinaturalizzazione ambientale e paesaggistica delle aree già interessate da attività estrattive.

Il sopralluogo che ha permesso di scoprire le trappole e le postazioni da pesca abusive è stato effettuato dalle Ggev, le Guardie giurate ecologiche volontarie, che da tempo si occupano anche di quell’area naturalistica, nell’Oasi di Budrio. Con le Ggev anche l’assessore all’ambiente Giovanni Viglione, che ha assistito alle verifiche. Di fronte all’ennesima situazione abusiva, è stato garantito un controllo sul territorio con maggiore frequenza, valutando anche modalità di prevenzione per arginare contrastare il fenomeno.

L’assessore ha colto l’occasione per ringraziare le guardie ecologiche per il prezioso e costante lavoro sul territorio, tra cui figurano anche progetti di educazione ambientale nelle scuole, controllo degli abbattimenti degli alberi non autorizzati e dell’abbandono dei rifiuti. Proprio il fenomeno dell’abbandono di rifiuti resta molto evidente anche a Correggio, dove sono frequenti le segnalazioni di discariche abusive, soprattutto in alcune aree di periferia, dove periodicamente si verificano abbandoni di materiale di scarto di ogni tipo, anche con rifiuti potenzialmente pericolosi.

Antonio Lecci