Caso Vismara, Amadori: "Ferrarini non ci ha risposto"

Rimpallo di versioni tra Cesena e Reggio che pensa al tribunale

Lisa Ferrarini (Foto Imagoeconomica)

Lisa Ferrarini (Foto Imagoeconomica)

Reggio Emilia, 5 ottobre 2019 - «Amadori  non ha mai fatto alcuna comunicazione al tribunale di Reggio su un ritiro dal concordato preventivo di Vismara. Semmai, è Ferrarini che non ha risposto alla proposta fatta. Ed è ben diverso». La risposta – piccata – arriva direttamente dal colosso agroalimentare di Cesena. E apre un nuovo contenzioso nella delicata risoluzione della crisi Ferrarini. Il gruppo infatti si è defilato dalla proposta di concordato preventivo per l’azienda di Casatenovo (a tutti gli effetti gestita dalla spa reggiana), a poche settimane dal previsto voto dei creditori sul piano industriale (ora slittato al 22 gennaio), lasciando sul filo i 180 lavoratori della sede di Lecco. Sulla vicenda Amadori ha la propria versione: «Non ci siamo ritirati – precisano da Cesena – semplicemente la nostra offerta è scaduta il 30 luglio. Non avendo ricevuto alcuna risposta, è chiaro che lo prendiamo come un rifiuto. A questo punto la possibilità di sfilarsi dal pre-contratto è del tutto legittima».

E proprio qui si gioca la spaccatura principale. Secondo Ferrarini, il contratto attuale non può essere interrotto, motivo per cui si potrebbe andare direttamente per vie legali. Ma da Cesena rispondono come sia stata invece la storica ditta a far saltare il banco. Da quanto emerge, sponda Rivaltella, Amadori avrebbe offerto 25 milioni per entrare nel concordato di Vismara, cifra su cui l’accordo sarebbe stato poi raggiunto. Ma a un giorno dalla scadenza del 31 luglio il gruppo cesenate avrebbe puntato a un ribasso immediato di 7 milioni. A quel punto, l’azienda reggiana non avrebbe avuto il tempo materiale di far accettare la nuova proposta ai creditori, lasciando quindi senza risposta i romagnoli. Su questo punto si giocherà una probabilissima disputa legale, lunga minimo due anni. Troppi, secondo i legali, per tenere in stallo un piano industriale di rilancio quantomai necessario, visti i 105 milioni di debiti quantificati per la sola Vismara.

Servono alternative credibili, dato anche che il nome (paventato) della messicana Sigma Alimentos, già proprietaria in Italia del salumificio Fiorucci, non trova alcun riscontro pratico. Decaduta ormai qualsiasi ipotesi di riavvicinamento fra le due parti, Ferrarini ora dovrà trovare un nuovo partner entro un paio di mesi, salvo diverse disposizioni provenienti dal tribunale. In tutti i casi l’obiettivo rimane sempre lo stesso: salvaguardare i 180 posti di lavoro della sede di Casatenovo a Lecco, evitando ulteriori tagli (solo un anno fa erano in 230) al personale. Inoltre, visto il periodo di grande produttività in avvicinamento al Natale, Ferrarini non dovrebbe avere problemi a garantire gli stipendi, dato che – come previsto dal concordato – tutti i ricavi hanno come prioritaria destinazione i salari dei dipendenti.