Ferrarini, si chiude un’era Omologato il concordato Il marchio passa a Pini

Dopo 70 anni l’azienda di Rivaltella non sarà più guidata dalla famiglia fondatrice. Il gruppo valtellinese investirà 160 milioni per ripianare il buco verso i creditori.

Ferrarini, si chiude un’era  Omologato il concordato  Il marchio passa a Pini

Ferrarini, si chiude un’era Omologato il concordato Il marchio passa a Pini

di Stefano Chiossi

Il marchio rimane; ma dopo quasi 70 anni, non ci sarà più un Ferrarini alla guida dell’azienda. Il tribunale di Reggio ha approvato l’omologa del concordato preventivo per la storica azienda di Rivaltella, che passerà così in mano al gruppo valtellinese Pini con l’80% delle quote – il restante 20% va alla partecipata statale Amco – e l’imminente nomina di un nuovo Cda. A ribadirlo è stata la sentenza del collegio di giudici (presidente Francesco Parisoli, a latere Simona Boiardi e Niccolò Stanzani Maserati) che ha messo la parola fine a un concordato durato 5 anni (prima domanda depositata il 23 luglio 2018).

Tolti i 90 milioni per i creditori privilegiati – tra cui i dipendenti che avevano tre mesi di stipendi arretrati durante il terremoto economico del 2018 che ha portato un ‘buco’ complessivo di 286 milioni di euro – di fatto è stato confermato l’intero quadro approvato col 72% delle preferenze all’adunanza dello scorso ottobre. Per i chirografari – verso cui Ferrarini aveva un debito da 197 milioni di euro – la quota di rientro è in media del 33% sulle 12 classi ammesse al voto, ovvero 65 milioni: nello specifico caso di quella dei ‘fornitori’ per esempio, la soglia si abbassa al 25% con un debito che sarà saldato in tre rate a partire dal quinto anno dall’omologa; più in generale, la scadenza del piano è a 7 anni dall’approvazione ufficiale del tribunale. In totale, tra privilegiati e chirografari, il piano prevede un esborso di quasi 160 milioni di euro.

Tra i creditori c’era anche la stessa Pini (rimborsata al 25%) che ha continuato a garantire liquidità a un’azienda che nonostante la procedura ha continuato a produrre utili (circa 5 milioni nel 2022). E naturalmente c’era anche Re-New Holding, la società in cui sono confluite Gsi-Bonterre, Opas ed Happy Pig con percentuali rispettivamente del 67, 5,5 e 27,5% che vantava un credito di 23,9 milioni. Proprio Rh è la grande sconfitta: la proposta concordataria era stata respinta su tre punti sia dal tribunale di Reggio che in Appello a Bologna. E nell’ultima relazione del giudice Parisoli si sottolineano altri 5 motivi di opposizione da parte della società al piano Pini-Amco, tutti nuovamente respinti. In ogni caso, ci sono ancora 30 giorni per presentare altri reclami, che farebbero slittare ancora più avanti l’omologa definitiva e quindi l’inizio dei pagamenti ai creditori.

Tra questi però non dovrebbero esserci i dipendenti, come sottolineato dall’avvocato di Ferrarini, Sido Bonfatti: "Suggerirò all’azienda di rispettare i termini anche in caso di omologa non definitiva. In ogni caso è una conclusione molto positiva: non ho mai visto un’impresa andare avanti 5 anni in concordato senza scomparire. Merito di un marchio realmente solido". Per lo storico salumificio di Rivaltella si chiude così un’era iniziata nel 1956 con il cavalier Lucio Ferrarini e tramontata con il crac delle banche venete verso cui l’azienda (ora guidata dai figli Lisa e Lucio) era esposta, creando poi il passivo che ha portato al concordato del 2018.