
Il presidente Anpi sulle parole del ministro Musumeci, riguardo il lutto nazionale per il Papa "Non sa come funziona qui, è evidente. Partiamo con la messa e suoniamo l’Inno nazionale".
Lezioni di "sobrietà istituzionale" all’Anpi di Reggio, e all’intera comunità reggiana, cittadina e provinciale? Anche no, grazie. Questo almeno il pensiero del presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani, Ermete Fiaccadori, riguardo al tema posto dal ministro della Protezione Civile Nello Musumeci nel quadro dei cinque giorni di lutto Nazionale stabiliti per commemorare la scomparsa di Papa Francesco.
Fiaccadori, le celebrazioni del 25 aprile nel reggiano seguiranno il programma originale?
"Assolutamente sì. Anche perché chi fa battute sulla sobrietà evidentemente non è avvezzo a partecipare alle manifestazioni del 25 aprile, altrimenti saprebbe che nelle nostre zone da sempre la ricorrenza è celebrata all’insegna di una consolidata tradizionale istituzionale e di fratellanza".
Che si esplica?
"Nel fatto che tutto parte con la santa Messa in Ghiara (ore 10.15 presieduta dal vescovo Giacomo Morando, ndr) a memoria dei caduti nella lotta di liberazione. Inoltre il successivo corteo verso la piazza, accompagnato dal suono della banda, suona certamente canti partigiani, ma anche l’inno di Mameli. Non so francamente immaginare un modo di ricordare quel periodo, e chi vi ha perso la vita, più sobrio di questo. Ritengo quindi le parole di Musumeci fuori luogo e l’invito forzato".
Cosa pensa di chi a Reggio, pensando a Fotografia Europea, o in città come Cesena e Domodossola ha rinviato determinati eventi?
"In questi casi si tratta di concerti o kermesse che possono essere rinviati. Eventi collaterali alla celebrazione del 25 aprile, questo lo trovo logico e comprensibile. Erano momenti di intrattenimento che, in una situazione di lutto nazionale, è legittimo siano spostati".
Reggio quindi confermerà una storia di manifestazioni sostanzialmente pacifiche?
"Non vedo perché dovrebbe andare diversamente. Ricordo che alcuni anni fa veniva regolarmente un’esponente politica con la bandiera israeliana, accolta nella manifestazione col rispetto dovuto ai combattenti della brigata ebraica. C’era qualche fischio sporadico, ma nulla di più".
Gabriele Gallo