Reggio Emilia, finte malattie e solidarietà, indagato un reggiano

Il 40enne accusato di frode fiscale e truffa allo Stato: la Finanza setaccia la casa

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Reggio Emilia, 18 aprile 2018 - C’è anche un reggiano, un uomo di 40 anni, residente in città, tra i ventisei indagati per truffa ai danni dello Stato e frode fiscale, nell’ambito dell’operazione ‘Paga globale’, in cui la finanza di Parma ha sgominato un’organizzazione, con l’arresto di sette persone, tra imprenditori e professionisti.

Secondo gli inquirenti, i membri del sodalizio avrebbero truffato l’Inps mettendo in malattia i propri dipendenti, regolarmente al lavoro, o dichiarando l’impiego del contratto di solidarietà fra gli stessi lavoratori. Il tutto senza che gran parte degli impiegati sapesse nulla, visto che in mano ricevevano una busta paga forfettaria con le ore effettivamente lavorate mentre agli enti di controllo, Inps in primis, arrivavano i documenti che attestavano l’impiego degli ammortizzatori sociali. Secondo quanto ricostruito, nel giro di un paio d’anni la truffa avrebbe fruttato oltre due milioni e 600mila euro. In carcere è finito un imprenditore di origini campane, titolare di un’azienda di Fidenza operante nel settore della impiantistica industriale. Altre sei persone sono invece ai domiciliari e tra questi cinque sono commercialisti o consulenti del lavoro, residenti nel Napoletano ma operanti sempre nel territorio parmense. Il sistema approntato dai cinque professionisti era, secondo l’accusa, quello di pagare meno tasse a titolo di trattenute fiscali e previdenziali e di vedersi riconosciute dallo Stato indennità non dovute. In più la società sarebbe riuscita, nel tempo, a contabilizzare indebitamente ingenti crediti erariali grazie all’anticipo, per conto dell’Inps, delle indennità economiche di malattia e contratto di solidarietà. Questi crediti, fittizi e non spettanti, sarebbero stati successivamente utilizzati per compensare i debiti tributari e, conseguentemente, non versare le altre imposte dovute all’amministrazione finanziaria (ritenute alla fonte, Iva e imposte sui redditi).

In contemporanea all’ordinanza di custodia cautelare, su disposizione della procura di Parma e con l’impiego di un centinaio di militari del comando della finanza di Parma e dei reparti del territorio interessati, sono state fatte ieri mattina circa trenta perquisizioni, oltreché nella nostra città, anche a Parma, Napoli, Salerno, Modena, Roma e Crotone. A Reggio è stata passata al setaccio la casa del 40enne, dove sono stati sequestrati alcuni documenti che saranno passati al vaglio. L’uomo è accusato di aver emesso fatture per operazioni inesistenti, per un valore piuttosto alto, attraverso una società che faceva capo a lui.