
Roberto Fiore ieri. in piazza Prampolini, all’angolo con Vittorio Veneto, insieme ad un bodyguard: la conferenza prevista al Bar Duomo è stata spostata per ordine pubblico
"Non ci fermeremo alla città. Apriremo sedi anche in provincia e in quella montagna abbandonata dalle forze politiche, dove abitano i vari Landini e Prodi...". Roberto Fiore sfida tutti. Il leader di Forza Nuova ieri mattina ha fatto tappa annunciata in piazza Prampolini dove è stato accolto da poco meno di una ventina di antagonisti dei centri sociali Aq16/Casa Bettola/Città Migrante che hanno dato vita ad un sit-in improvvisato, inizialmente non autorizzato. Tant’è che la Digos è stata costretta a spostare la conferenza stampa dal bar Duomo, dove era previsto inizialmente, all’angolo di via Vittorio Veneto con la piazza già occupata dal mercato ambulante e che avrebbe creato non pochi problemi in caso di disordini. E mentre le forze dell’ordine (con tanto di carabinieri e celere della polizia pronti a intervenire) tenevano a debita distanza i manifestanti con fumogeni, cori ("Vattene", "Qui siamo tutti antifascisti") e canti (‘Bella Ciao’), Fiore li snobba. "Con loro non me la prendo, il maggior piacere che possono farci è smettere di drogarsi". Poi spiega i motivi del suo arrivo. "Vogliamo entrare in una regione e in una provincia particolare dove dal Dopoguerra in poi si sono annidati importanti poteri, dalle Brigate Rosse ad un Pci di un certo tipo fino alla ’ndrangheta collusa con la politica. Ho letto che Reggio Emilia ha avuto più interdittive antimafia di Reggio Calabria. Sono sconcertato. Ecco, noi siamo qui come Trump a Washington per fare pulizia dei vecchi poteri e che stanno distruggendo il tessuto sociale a Reggio come a Ferrara".
Proprio dalla città estense, dove a fine dicembre aveva annunciato l’apertura di una sede, aveva allargato il raggio – come anticipò il nostro giornale – anche alla nostra città. "Dove e quando sarà inaugurata? Devo essere discreto per ovvi motivi, ma stiamo perfezionando tutto. Ma non escluso che apriremo un’altra sede in provincia che per noi è importante tanto quanto la città". Poi sulla querela per diffamazione presentata ai 22 consiglieri (coi voti della coalizione di maggioranza a trazione centrosinistra compreso il M5s, oltre a Coalizione Civica) più il sindaco (che gode di diritto di voto) che hanno approvato una mozione in consiglio comunale contro l’approdo della sede, puntualizza: "Nel testo hanno inserito la ‘dichiarazione antifascista’ che secondo una sentenza di tre anni fa del tribunale di Parma ravvisa l’ipotesi di reato di violenza privata", riferendosi ad una ‘clausola’ adottata dal Comune di Reggio nel 2019, che obbliga chi usufruisce di spazi sul territorio, a dichiararsi antifascista. "Il centrodestra è stato più intelligente a votare contro", afferma Fiore che però ci tiene a dire di "non avere alcun rapporto con centrodestra e centrosinistra che consideriamo colpevoli allo stesso modo del disastro del Paese".
Il leader di Fn poi ha contrattaccato: "Basta con questo antifascismo d’antan che non è più riproponibile. Noi puntiamo alla pacificazione, non ci deve essere più violenza sulla base dell’antifascismo. Le leggi Scelba e Mancino ormai non hanno più senso di esistere...". A chi gli chiede se a questo punto se è antifascista, lui risponde con un tetro: "Io sono tutt’altro...".
Fiore infine traccia temi, se così possono chiamarsi, e obiettivi. "La società che noi vogliamo, lo andiamo dicendo da 27 anni e ben prima del calo demografico, si basa sul matrimonio e su famiglie numerose. Ma vogliamo avere il controllo del territorio grazie ai giovani che devono dare linfa vitale. Sugli iscritti a Forza Nuova a Reggio, dice: "Non posso dirlo con certezza, ma siamo oltre la trentina". Poi si congeda, scortato dalle forze dell’ordine: "Mi rivedrete presto".