Firmato lo stato d’emergenza: "Ma per ora l’acqua potabile per le popolazioni c’è"

Primo incontro in Regione della Cabina di regia tra le varie parti interessate. L’assessore Priolo: "Adesso formalizzeremo la richiesta di aiuto a Roma"

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Ieri sera il presidente Stefano Bonaccini ha firmato il decreto per la richiesta di stato d’emergenza regionale. Sarà quindi istituzionalizzata la cabina di regia regionale che si è riunita ieri per la prima volta e che dovrà costruire la relazione per formalizzare la richiesta di stato d’emergenza nazionale. Lo ha specificato l’assessore alla Protezione civile dell’Emilia-Romagna Irene Priolo (nella foto): "La situazione è veramente molto complessa, ma non abbiamo ancora un livello d’allarme tale da mettere in discussione la risorsa idropotabile in regione. Bisogna scongiurare però che la popolazione sia in difficoltà". Al momento, le province di Ravenna e Ferrara sono le "più interessate" al problema, perchè il Po "è in sofferenza. A Pontelagoscuro la portata è di 180 metri cubi al secondo, l’anno scorso era 559". Per il Ferrarese, in particolare, è stata messa in funzione una "pompa di adduzione" per garantire l’acqua, mentre Ravenna si approvvigiona attraverso il Canale Emiliano-Romagnolo, che "è in stato d’allerta ma non è ancora in stato di fermo impianto. Dobbiamo scongiurare che il livello scenda sotto i 2,58 metri sul livello del mare. Per ora siamo 10 centimetri sopra". Gli altri "osservati speciali" sono i territori di Parma e Piacenza. "Abbiamo già fatto una piccola stima di qualche intervento che potrebbe essere utile mettere in campo- spiega Priolo- ma non abbiamo in questo momento la necessità di fare interventi straordinari". Nelle altre province servite dalle dighe di Ridracoli e di Suviana, invece, così come nel modenese, "siamo sufficientemente coperti dalle risorse che abbiamo al momento".