Focus fiumi e torrenti "Non ci sono problemi di pulizia degli alvei È tutto monitorato"

Il direttore di Aipo Gianluca Zanichelli: "La vegetazione è normale. Di certo servirebbero più fondi: fermi a 20 anni fa, il mondo è cambiato".

Focus fiumi e torrenti  "Non ci sono problemi  di pulizia degli alvei  È tutto monitorato"

Focus fiumi e torrenti "Non ci sono problemi di pulizia degli alvei È tutto monitorato"

di Benedetta Salsi

Gianluca Zanichelli, direttore di Aipo, in questi giorni, dopo quanto accaduto in Romagna, in molti denunciano pericoli dovuti alla scarsa pulizia dei nostri fiumi e torrenti. Com’è la situazione?

"La presenza di vegetazione, anche caduta, è normale perché il fiume è un ecosistema. Non è che sia un canale artificiale che deve essere sempre perfettamente pulito. Quando ci sono accumuli in posizioni preoccupanti o troppo grandi o possono dare problematiche idrauliche interveniamo, altrimenti la legna è una conseguenza del fatto che l’alveo è vegetato".

Nei giorni anche Fratelli d’Italia ha denunciato la presunta ostruzione del letto dell’Enza, con tanto di foto.

"Non ci sono situazioni preoccupanti sull’Enza, per quel che valuto io. Se la situazione dovesse diventare pericolosa in corrispondenza di un ponte – perché durante la piena si creano degli accumuli anomali – lì però la competenza è del gestore del ponte (Rfi, Autostrade, Province... ); sono loro che devono fare il monitoraggio. Noi siamo responsabili per il tratto del corso: qui a Parma ad esempio siamo intervenuti perché si erano formate delle isole anomale, che potevano creare problemi di erosione sulla sponda opposta. Ma qui a Reggio non ne abbiamo trovate".

Gli amministratori pubblici segnalano poi pericoli sul Crostolo, soprattutto nella zona della Bassa reggiana.

"Noi lo teniamo monitorato, ci sono piante in alveo certo, ma non con concentrazioni particolarmente elevate da poter costituire un ostacolo. Comunque di piena in piena questa situazione viene sempre valutata".

Dicono anche che Aipo non abbia abbastanza fondi per intervenire. È vero?

"Sì, questo è vero. Non abbiamo fondi sufficienti per tenere i corsi d’acqua come campi da golf. Ma non si può neanche fare tabula rasa dal punto di vista ambientale".

Un tempo però il privato poteva intervenire, facendo la sua parte anche per raccogliere legna. Ora non può, pena sanzioni. Perché?

"Non è assolutamente vero. Per la legna che viene trasportata nell’alveo basta chiedere una semplice autorizzazione a noi; la legna caduta è assolutamente asportabile da chiunque sia autorizzato, frontaliero e non".

Cosa non si può prendere?

"Senza concessione non si possono tagliare piante. Ma con la concessione demaniale che rilascia Arpae è possibile farlo dove idraulicamente è positivo, sempre su nostra autorizzazione. E ci sono società che lo fanno, magari in golene alberate".

L’assessore al Comune di Gualtieri Marcello Stecco proponeva una sorta di patto di cittadinanza attiva, come si fa in Svizzera, per tenere puliti i fiumi. Perché qui non si fa?

"Forse in Emilia è più difficile, ma in altre realtà si fa; io ad esempio vengo dal Piemonte e lì due anni fa in occasione di una piena sul Sesia i Comuni si erano organizzati e avevano fatto annunci sui loro siti per sensibilizzare la cittadinanza. Raccogliendo più di un’adesione poi segnalavano a noi".

Dunque se i Comuni volessero muoversi potrebbero?

"Se il Comune vuole farsi promotore di un’iniziativa di questo tipo anzi... ben venga! Tante volte anche il gruppo di protezione civile comunale ha fatto attività mirate, magari nelle zone più sensibili e rischiose. Noi dobbiamo soltanto dare le autorizzazioni per evitare che vadano persone in maniera incontrollata e con mezzi rischiosi"

Prima del maltempo che ha portato l’allagamento della Romagna avevamo il problema opposto: sul Po la siccità aveva creato zone insalubri intorno ai porticcioli e ai lidi, nelle lanche, con ristagni d’acqua e fauna morta.

"Non ne ho avuto notizia. Può darsi che qualche pesce muoia in pozze isolate; noi però ci occupiamo di opere e di sicurezza idraulica. Non della fauna".

Dal vostro punto di vista, dunque, complessivamente non c’è un problema di pulizia su fiumi e torrenti reggiani?

"Direi di no".

È vero però che non avete le risorse per tenerli puliti?

"Noi la manutenzione la facciamo. Prima di tutto vanno manutenute le opere idrauliche, quindi le arginature, in modo che siano perfettamente controllabili. Dopo di che periodicamente si fa anche gestione della vegetazione, ma senza eliminarla completamente. Si potrebbe spenderci anche qualcosa in più, questo sicuramente. Noi abbiamo gli stessi fondi di gestione che aveva il magistrato per il Po nel 2000. È cambiato molto da allora, quindi teoricamente questi fondi sarebbero dovuti aumentare. Ma non lo hanno fatto. Facciamo quello che possiamo con i soldi che abbiamo".

Poi però ci sono anche finanziamenti per opere ad hoc. Cosa farete su Reggio?

"Abbiamo un finanziamento da 6milioni 350mila euro per l’adeguamento della cassa di espansione del Crostolo a Rivalta. Poi due interventi sull’Enza per la manutenzione della briglia di monte, che abbiamo appena appaltato, e un altro per il manufatto della cassa di valle; fondi ad hoc di investimento ne abbiamo. Ma ne servirebbero di più".

Alla luce di quanto accaduto in Romagna servirebbe una riflessione anche da parte del governo per aumentare i finanziamenti per chi deve manutenere le opere idrauliche?

"Assolutamente sì. Siamo fermi a vent’anni fa e il mondo da allora è molto cambiato sia dal punto di vista dei fenomeni climatici, sempre più intensi, sia dal punto di vista del caro prezzi delle attività di manutenzione, che sono aumentate anche del 50% dal periodo Covid".