"Foti? Chiederemo i danni in sede civile"

Non si ferma la battaglia della famiglia della ragazza che avrebbe subito lesioni gravi dallo psicoterapeuta: "Andiamo avanti"

"Foti? Chiederemo i danni in sede civile"

"Foti? Chiederemo i danni in sede civile"

di Alessandra Codeluppi

"Chiederemo a Claudio Foti un congruo risarcimento dei danni in sede civile". Non si ferma qui la battaglia della famiglia della ragazza che, secondo quanto riconosciuto dal giudice di primo grado, avrebbe subìto lesioni gravi - cioè sindrome depressiva e borderline - in conseguenza della psicoterapia praticata da Foti, 70 anni, fondatore del centro ‘Hansel e Gretel’ di Torino, condannato giovedì a quattro anni col rito abbreviato nel processo ‘Angeli e demoni’ (per lesioni e anche per abuso d’ufficio, è stato assolto invece dalla frode processuale).

Il gup Dario De Luca ha ritenuto provato il fatto che la minorenne - all’epoca della psicoterapia aveva 17 anni - sia una vittima di quelle sedute, che secondo il pm titolare Valentina Salvi sarebbero state condotte "con modi suggestivi, tali da ingenerare e radicare in lei la convinzione di essere stata abusata dal padre e dal socio".

Ma, come riferito dal Carlino, nel dispositivo della sentenza non è stato previsto per lei il risarcimento danni in sede civile. Particolare che fa riflettere. Una stranezza, a prima vista, dal momento che è stato disposto invece per una sfilza di enti pubblici; e anche per due fratellini e una bambina - figli di due diverse famiglie - per i quali i legali hanno fatto valere il principio che fossero vittime indirette dell’affidamento della psicoterapia al centro pubblico ‘La Cura’ di Bibbiano senza bando di gara, per il quale Foti è stato condannato.

I giochi non sono fatti. Ma la partita per vedersi riconosciuto un adeguato ristoro non è certo finita qua. L’avvocato di parte civile Vincenzo Belli, che tutela la ragazza e i genitori, spiega: "Da un lato è vero che il gup di Reggio non ha statuito il risarcimento del danno per la persona offesa dalle lesioni, a causa - ipotizza - di una problematica tecnica connessa alla costituzione di parte civile su quel capo di imputazione. Ma non corrisponde al vero che Foti non risarcirà la vittima per il reato connesso".

Siamo, infatti, solo al primo step, a cui ne seguiranno anche altri già concordati nei pochi giorni trascorsi dalla sentenza di giovedì scorso.

Incarichi già conferiti. "La ragazza ha già dato incarico alle avvocatessa Lara Manco e Agnese Maggio", entrambe del foro di Reggio, "per procedere, insieme a me, non appena saranno pubblicate le motivazioni della sentenza penale, alla richiesta immediata, ossia senza attendere il passaggio in giudicato della sentenza di un risarcimento davanti al tribunale civile".

Bocciatura su tutta la linea. La difesa fa sapere che la sua assistita "confida di ottenere il risarcimento a carico di tutti i danni patiti a carico di Foti, quale ristoro dei danni patrimoniali e morali connessi e conseguenti al reato di lesioni". La famiglia boccia come "del tutto insufficiente" l’entità "della condanna penale comminata a Foti rispetto ai fatti a lui contestati". Non solo: guardando all’8 giugno 2022, data d’inizio del processo con rito ordinario per 17 persone, dice di "confidare in condanne esemplari per gli altri imputati rinviati a giudizio".