"Fui io a scrivere ’W Fausto’ allo Stelvio"

Agostino Corradini, 90 anni, ciclista e appassionato di Giro, rievoca l’episodio del ’53 reso eterno dalla fotografia con Coppi

Migration

"La scritta ‘W Fausto’ tracciata nella neve sullo Stelvio quando ha vinto Coppi l’ho fatta io". A raccontare è Agostino Corradini, 90 anni.

Decano della bici, memoria del pedale reggiano, rievoca la sua versione dell’antefatto alla foto scattata da Tino Petrelli durante il Giro del 1953. Una situazione di corsa colta con sensibilità documentaristica dal fotografo, per un’immagine dinamica che è diventata una delle icone del ciclismo, con il Campionissimo che spinge sui pedali mentre osserva l’incitamento tracciato sulla coltre bianca.

"Sì, quella scritta l’ho fatta proprio io. Ho usato un palo di quelli che servono a misurare la neve", ribadisce Corradini. "Era il 1° giugno del 1953, un sabato. Ero partito qualche giorno prima da Scandiano con la mia bici Marastoni per vedere le tappe della corsa rosa sulle Dolomiti. C’era molto freddo, neve. Ho mangiato quello che avevo nello zaino. Pane, tonno in scatola e frutta. Poi ho scritto ‘W Fausto’. Io tifavo per Adolfo Leoni, che mi era simpatico, ma era un velocista, su quelle salite non aveva speranza. Così ho incoraggiato Coppi, suo compagno di squadra. Con me lassù c’era un cantoniere. Poi è arrivata una moto con due persone. Una mi ha chiesto se avessi fatto io la scritta nella neve. All’arrivo del campionissimo il fotografo ha scattato alcune immagini. I due mi hanno salutato e sono ripartiti per seguire la gara", continua Corradini, mettendo a fuoco i ricordi. Quell’anno lo Stelvio fu decisivo per assegnare la frazione Bolzano-Bormio. E non solo. I giochi sembravano ormai fatti a favore di Koblet, nonostante Coppi avesse vinto il giorno precedente la tappa Auronzo di Cadore-Bolzano. Ma un insieme di fattori catapultò l’Airone verso la vetta, mentre Koblet stentava. L’atleta in maglia biancazzurra transitò sul passo con oltre due minuti di vantaggio su Bartali e più di quattro su Koblet. In discesa Coppi rischiò di cadere, tuttavia gli inseguitori non riuscirono a rientrare. Vinse una tappa monumentale, stravolse la classifica e mise la sua firma nell’albo d’oro.

"Sulla strada del ritorno mi sono fermato a fare colazione e ho visto sul giornale la foto di Coppi che guardava la scritta. Una sorpresa. Mi piace pensare che quella foto sia anche un po’ mia", aggiunge. Da quel giorno lo Stelvio gli è rimasto nel cuore. Corradini ha voluto festeggiare gli 80 anni proprio sul mitico passo che ha visto protagonista Coppi e gli altri assi del ciclismo. Classe 1931, il suo primo sport è stato il pallone, praticato negli anni giovanili sino a quando il calcio di un mulo gli ha causato una lesione a un ginocchio. E’ la svolta, il medico consiglia la bici. Passato al ciclismo, è stato a lungo tesserato con il Velo Club. Nel 1970 a Sanremo ha vinto un titolo nazionale nella specialità regolarità individuale. Ma è la scritta "W Fausto" con il Campionissimo che osserva, situazione tramandata dallo scatto di Petrelli, a rimane tra i ricordi più indelebili.

Massimo Tassi