Giovane bipolare accoltella i genitori: assolto

L’episodio è avvenuto nel 2020: il padre fu colpito a una gamba, la madre a una mano. Ora il ragazzo dovrà stare in una Rems per 2 anni

Giovane bipolare accoltella i genitori: assolto

Giovane bipolare accoltella i genitori: assolto

Un dramma dentro il dramma. Lui, un giovane affetto da disturbi psichici, aveva accoltellato i genitori il 20 marzo 2020, in una casa a Cervarezza. Il padre era stato colpito all’improvviso in cucina con un pugno in testa: aveva cercato di tenere il figlio fermo, ma lui si era divincolato, aveva preso un grosso coltello da cucina e lo aveva ferito a una gamba. La madre era intervenuta, ma era stata colpita a una spalla. Poi l’uomo aveva portato fuori tutti i coltelli e aveva chiesto aiuto: per lui la prognosi era stata di dieci giorni; per la donna, che fu sottoposta a un intervento chirurgico, di trenta.

Da tre anni al ragazzo era stato diagnosticato un disturbo bipolare: era sottoposto a una terapia farmacologica ed era seguito da uno psichiatra. Ma da un anno non andava dallo specialista e non assumeva con regolarità i farmaci. Era stato visto parlare da solo, ma nulla aveva lasciato presagire quell’esplosione di aggressività: prima di allora, non si era mai scagliato contro i genitori.

Il giovane, arestato dai carabinieri e accusato di tentato omicidio, fu sottoposto a una perizia in fase di incidente probatorio: lo psichiatra Giorgio Chiessi lo reputò incapace di intendere e di volere al momento del fatto. Davanti al collegio dei giudici presieduto da Giovanni Ghini, a latere Silvia Semprini e Sarah Iusto, ieri è stato sentito un altro psichiatra, Giuseppe Cupello, incaricato dal tribunale - su richiesta dell’avvocato difensore Giovanni Tarquini - di valutare l’attuale pericolosità del ragazzo, ospite in Toscana di una struttura specializzata ad alta protezione che accoglie autori di reato.

È stato descritto come "disponibile e collaborativo, formale e teso a mostrarsi come paziente modello". Al momento è apparso prematuro escluderne in toto la pericolosità: lo specialista ritiene che sia necessario prolungare la permanenza nella residenza psichiatrica. A rappresentare la pubblica accusa, il pm Piera Cristina Giannusa. In aula c’erano anche i genitori, provati e desiderosi di aiutare il loro figlio. Il tribunale ha infine disposto la misura di sicurezza nella Rems per due anni - dove la sua condizione sarà nel frattempo monitorata - e lo ha assolto per incapacità di intendere e di volere.

Alessandra Codeluppi