Correggio (Reggio Emilia), 5 dicembre 2021 - "Ragazzi, quest’anno in gita vi porteremo a Roma. Ma ci arriveremo a piedi". E’ stata questa l’iniziativa proposta dai docenti agli studenti di quinta superiore del Liceo delle Scienze Umane "San Tomaso" di Correggio, che nelle scorse settimane, con zaino in spalla e un po’ di fatica hanno percorso un centinaio di chilometri per arrivare da Viterbo alla Capitale. Accompagnati da 4 insegnanti, 27 studenti hanno completato il percorso in 5 giorni, con un pulmino di supporto e tanta voglia di riprendersi un po’ di normalità dopo i mesi condizionati dal Covid.
L’ESPERIENZA – La proposta è stata subito accolta con entusiasmo dalle famiglie e dai ragazzi, dopo il supporto dei dirigenti dell’istituto e del consiglio di classe: "Siamo partiti da Viterbo verso Vetralla, per poi attraversare la bella Sutri, per poi arrivare a Campagnano di Roma, fermarsi a La Storta con vista ormai sul traguardo" spiegano i partecipanti. "I 5 giorni di cammino di hanno portato in paesaggi molto vari tra loro: aperta campagna, noccioleti, rovine romane, canyon di tufo, boschi, strade sterrate e campagne. Meta serale sono stati gli ostelli che durante tutto l’anno accolgono i pellegrini della Via Francigena: luoghi semplici ma curati che hanno aiutato a cogliere la necessaria essenzialità che l’esperienza del pellegrinaggio porta con sé". Il cammino, tuttavia, è stato anche occasione per riflettere, soprattutto sulle scelte future, preparandosi all’esame di stato che i ragazzi affronteranno al giugno.
"La vera chiave di volta per la riuscita di questa esperienza scolastica non convenzionale sono stati gli studenti, con il loro entusiasmo e la loro disponibilità a mettersi in gioco: i km giornalieri, la fatica fisica, le riflessioni proposte, le location e cibo spartani, vivendo gomito a gomito giornate intense fisicamente e mentalmente" spiegano gli insegnanti. "L’arrivo a Roma l’ultimo giorno è stato la degna conclusione di questa esperienza di vita: dapprima abbiamo guardato la capitale dall’alto del monte Gianicolo e poi siamo entrati in piazza San Pietro tutti insieme, per mano. Siamo tornati con una consapevolezza importante: i giovani sono ancora e sempre sete di relazioni vere, sono pronti alla riflessione e aperti alle sfide. C’è domanda di vita, a maggior ragione con il Covid, a noi - comunità educante - il compito di farcene carico, cercando insieme risposte significative".