GABRIELE GALLO
Cronaca

"Giungla nei cimiteri, il caso non si ripeterà"

L’assessore Lanfranco de Franco: "Gli sfalci sono già partiti, entro mercoledì avremo sistemato tutti i camposanti della città"

"Giungla nei cimiteri, il caso non si ripeterà"
"Giungla nei cimiteri, il caso non si ripeterà"

di Gabriele Gallo

L’assessore Lanfranco de Franco tra le sue deleghe ha anche quella all’Anagrafe e Stato Civile, in questa veste segue i servizi cimiteriali, mentre la parte sugli appalti compete all’assessore ai Lavori Pubblici, Nicola Tria. In queste settimane De Franco è finito nell’occhio del ciclone stante lo stato critico della manutenzione erbosa dei camposanti reggiani, una situazione che pare si stia risolvendo.

De Franco, nel fine settimana abbiamo fatto un tour di diversi cimiteri della città, in alcuni davvero pare di essere in mezzo alla giungla…

"L’appalto è stato assegnato a inizio maggio, ci si è mezzo di mezzo il meteo ed è stato necessario attendere alcuni giorni consecutivi di bel tempo. Ma ora lo stato dell’arte è che in 21 dei 27 cimiteri della città l’erba è stata sfalciata".

E gli altri?

"Si tratta di Cella, Gaida, Masone, Roncadella, Marmirolo e Gavasseto. Le ditte che se ne occupano mi hanno assicurato che entro mercoledì il lavoro sarà terminato, se non ci saranno altre piogge".

Resta il fatto che il disagio si trascina da parecchie settimane, in redazione abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni e molte lettere di lamentela. Critiche rilanciate dai social. Considerando anche il valore emotivo di questi luoghi, perché non vi siete mossi prima?

"Ad aprile dissi ai media reggiani che ci sarebbero voluti quindici giorni per arrivare a chiudere la procedura di gara. Fatti i conti più o meno ci siamo".

Ad aprile c’era già una situazione pesantissima però…

"Il meteo non ha aiutato, inoltre un Comune deve agire nel rispetto delle norme ed il momento in cui i soldi a bilancio diventano spendibili non sempre coincide con quello che si vorrebbe fare o coi desideri dei cittadini".

Dove si è creato allora il corto circuito?

"Due le ragioni: la prima è che l’appalto costava circa il 25% in più rispetto al precedente, quindi occorreva più denaro. Inoltre, per poter utilizzare i fondi del Pnrr, è stato necessario a dicembre predisporre un bilancio tecnico in proposito, che ha permesso di partire con questi investimenti a gennaio ma ha rimandato alcune spese correnti alla variazione di aprile. A quel punto è stato possibile fare la gara".

Quante offerte sono state presentate?

"Una sola: le cooperative Elfo e Stradello che insieme fanno il lavoro. Ma la commissione di gara si è presa, giustamente a mio giudizio, un mese per valutare bene l’offerta in tutti i suoi aspetti, proprio perché era l’unica".

Si presenterà ancora questo problema?

"Mi auguro proprio di no. E sicuramente non per l’anno prossimo dato che l’appalto è di durata biennale".