PAOLO ROSATO
Cronaca

Giuseppe Camuncoli: "Un fumetto reggiano per restituire la magia alla mie amate terre"

Il disegnatore, un ‘top’ a livello internazionale, racconta il suo viaggio "Aprire in via Roma ci ha sicuramente premiati. E ce la facciamo senza alcun aiuto. I diplomati vanno forte sul mercato. I prezzi? Una mano statale non sarebbe male".

Il disegnatore, un ‘top’ a livello internazionale, racconta il suo viaggio "Aprire in via Roma ci ha sicuramente premiati. E ce la facciamo senza alcun aiuto. I diplomati vanno forte sul mercato. I prezzi? Una mano statale non sarebbe male".

Il disegnatore, un ‘top’ a livello internazionale, racconta il suo viaggio "Aprire in via Roma ci ha sicuramente premiati. E ce la facciamo senza alcun aiuto. I diplomati vanno forte sul mercato. I prezzi? Una mano statale non sarebbe male".

Rosato

"Sento di dover restituire alla mia terra. Sono originario di Cavriago, ora vivo a Reggio Emilia e sono molto legato a questi luoghi. Non mi sposterei mai, è un posto di elezione. E se avrò tempo mi piacerebbe ambientare una storia qui. Magari romantica, chi lo sa". L’evasione dalla ‘sindrome’ del supereroe, per così dire, potrebbe portare Giuseppe Camuncoli davvero a far nascere una storia reggiana di successo, un tuffo a fumetti che diventerebbe subito culto. Ma nessun supereroe lo tiene in ostaggio creativo, anzi, e parlare con uno dei più bravi e ricercati disegnatori di comics a livello internazionale è come passeggiare in un mare di suggestioni, spunti, bozzetti che possono diventare cover di inestimabile valore. Camuncoli, 50 anni appena compiuti, è stato musicista, fondatore della band ‘I Giardini di Mirò’, ed è papà della Scuola Internazionale di Comics di via Roma, che gestisce con la moglie Jessica Ferreri e agli altri due soci e fondatori, Grazia Lobaccaro e Matteo Casali. "Per fortuna in Italia leggiamo di tutto – spiega uno dei più importanti disegnatori di Spider-Man –, il mercato dei fumetti è in buona salute. Se dovrebbero essere portati di più nelle scuole? Perché no, del resto andrebbe anche incentivata di più la lettura in generale, c’è spazio per fare tante cose".

Ma ripartiamo dalla fascinazione per una storia reggiana, che possa portarla a prendersi una ‘vacanza’ dai supereroi.

"Una mezza idea ce l’ho sempre avuta. Ma non ho mai trovato il tempo. Se arriverà, quel tempo, allora lo farò. Ogni volta che ho un’apertura tra i miei mille impegni, cerco di fare altro. Reggio è una realtà piccola alla quale però devo molto, come devo molto anche al Centro Culturale del mio paese d’origine, che mi ha dato modo di leggere tantissimo quando ero piccolo".

Su cosa sta lavorando ora?

"Diversi impegni, dal progetto ‘Foodmetti’, nato con lo chef Cristiano Tomei, a una storia breve appena consegnata per Spider-Man scritta dal regista cult Kevin Smith, dal disegno del ciclo finale della serie ‘Undiscovered Country’ all’illustrazione di copertine per Marvel e Dc Comics. Mi piacerebbe tornare a fare qualcosa sui fumetti di Star Wars, ma ho molte richieste e di certo non mi lamento".

Come va il mercato?

"Sono un disegnatore e arrivo sempre in un secondo momento, per cui se mi arrivano sceneggiature da disegnare vuol dire che il progetto è già partito e quindi ‘sicuro’. La mia sensazione però è sempre buona, non sento aria di pericolo. Certo, a livello di vendite c’è stato qualche sali-scendi dopo la sbornia post-lockdown, ma il fumetto è sempre magmatico e la sua crossmedialità è accettata da tutti, inoltre si compenetra con diversi media in un mercato sempre propositivo. Certo, la crossmedialità può anche creare dei paletti e delle censure che magari oltre 20 anni fa non c’erano, come quando Garth Ennis scrisse ‘Preacher’, per fare un esempio, in un periodo che apparentemente sembrava più libero di adesso".

Nessun rischio di saturazione? Gli eventi a tema non si contano più anche in Italia.

"Che ci sia tanto interesse è sempre un buon segnale. Dal punto di vista di un autore, se si vende anche solo una copia in più del suo fumetto è sempre secondo me un segnale importante, le manifestazioni ricche di contenuti sono fondamentali. Il rischio di saturazione può sempre esserci, ma vuoi mettere rispetto a una volta quando c’era una fiera all’anno e nessuno sapeva niente?"

Lei i prezzi dei fumetti li abbasserebbe?

"Da appassionato non ho elementi per dirlo. Andare verso l’elitarismo è sempre una tendenza sbagliata, com’è sbagliato però anche rischiare di mandare a gambe all’aria una casa editrice per mantenere i prezzi bassi. E’ un cane che si morde la coda. Più aumenti i prezzi, più perdi qualche lettore. D’altro canto, certe volte si rischia di non riuscire a coprire i costi. In questo caso magari potrebbe servire un intervento statale per aiutare le case editrici a non aumentare troppo i prezzi".

Come Scuola internazionale di Comics siete in piedi da 17 anni solo con le vostre forze.

"Assolutamente sì, siamo una realtà privata che si sostiene con le rette degli studenti. Come succede nelle altre Scuole del nostro franchising".

Non c’è stato mai un sostegno statale, vista l’importante attività che svolgete?

"No no. I corsi partono se c’è un numero minimo di iscritti, e ripeto non abbiamo alcun aiuto esterno e va benone così, siamo contenti del nostro sistema, anche se per fortuna ultimamente abbiamo ricevuto più attenzione da parte delle istituzioni locali e questo ci fa ovviamente molto piacere. Abbiamo, invece, tante proposte di collaborazione che arrivano da aziende a livello nazionale, quello sì".

E il rapporto con Reggio? Dal punto di vista della comunicazione si può fare meglio?

"Sono anni che ci siamo, i reggiani sanno credo piuttosto bene che esistiamo e siamo conosciuti e apprezzati anche all’estero. In ogni città ci sarà qualcuno che ignora l’esistenza di una qualche scuola o di un qualche istituto, è normale. All’inizio della nostra avventura facevamo tanta pubblicità sui media locali e regionali. Ora abbiamo dirottato molto sui social, anche questo è un segno dei tempi. Facciamo tante iniziative, abbiamo anche partecipato per anni a Fotografia Europea. E la sede in centro in via Roma è perfetta, ben collegata con la stazione dei treni per i tanti che vengono da fuori. Aprire qui la Scuola è stata una scelta premiata dai risultati".

Com’è il rapporto degli studenti con il mondo del lavoro?

"Siamo fieri del lavoro che facciamo con loro, molti di quelli che si sono diplomati da noi lavorano già per case editrici importanti come Marvel e Dc, ma non solo. Li formiamo per essere autonomi nell’inviare proposte agli editori. Questo ci viene riconosciuto da tutti: i nostri studenti si propongono sul mercato e laddove viene notata la loro qualità allora possono nascere collaborazioni belle e fruttifere con le varie case editrici. Banalmente, se piace quello che fai, può iniziare un percorso lavorativo ricco di creatività e di soddisfazioni. Come nel mio caso".